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È morto Cesare De Michelis, presidente della Marsilio

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Lutto nell’editoria

È morto Cesare De Michelis, presidente della Marsilio

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(Imagoeconomica)
(Imagoeconomica)

« Far libri, stamparli, leggerli, scriverli, raccoglierli, venderli, recensirli, nella mia vita mi sembra di non aver fatto altro, come se un'ossessiva passione mi avesse travolto appena ragazzo. Eppure da sempre mi è sembrato non privo di significato farli qua, dov'ero cresciuto, nella nostra terra, magari a Venezia. Quando cominciai lo sapevo e non lo sapevo che la Serenissima era stata la patria del libro, che proprio nell'isola aveva preso forma e si era definito all'alba del Cinquecento, quello strano mestiere che è far l'editore, grazie a Aldo Manuzio, il principe e il principio di tutta la storia dei libri. Per questo continuo a fare libri a Venezia, come se il tempo che intanto è passato non sia bastato a cancellare una storia che ha ormai cinque secoli e più».

Così Cesare De Michelis, presidente della casa editrice veneziana Marsilio, definitiva se stesso. De Michelis, che avrebbe compiuto 75 anni il 19 agosto, è morto mentre era in vacanza a Cortina d'Ampezzo . A darne la notizia la casa editrice Marsilio. Nato da una famiglia valdese De Michelis è stato un eccezionale scopritore di talenti e uno studioso raffinato, pieno di curiosità.

Studioso raffinato, appassionato di cinema, Cesare De Michelis, aveva una biblioteca sterminata, di oltre centomila volumi. Era nato a Dolo, in provincia di Venezia, il 19 agosto 1943. Appena laureato, nel 1965 era entrato nel Consiglio di amministrazione della Marsilio nata, come lui stesso aveva raccontato, «nel lontano 1961 da un gruppo di ragazzi usciti dall'università».

Fratello dell'ex ministro socialista Gianni, ha insegnato letteratura Italiana moderna e contemporanea all'Università di Padova, diretto le riviste Studi Novecenteschi e, con Massimo Cacciari, Angelus Novus. È stato anche consigliere della Fondazione Teatro La Fenice di Venezia, presidente del comitato scientifico per l'edizione nazionale delle opere di Carlo Goldoni. Lascia la casa editrice nelle mani del figlio Luca De Michelis, attuale amministratore delegato.

A lui si deve la scoperta di scrittrici come Margaret Mazzantini, Susanna Tamaro, Chiara Gamberale. Il suo “colpo” più grande fu l’aver importato in Italia la moda del giallo scandinavo con la saga Millennium, di Stieg Larsson, che è stato uno straordinario successo di vendite. Appassionato di cinema e docente universitario, aveva insegnato per lunghi anni Letteratura italiana all’ateneo di Padova e possedeva una biblioteca di oltre centomila volumi.

Dirige la Marsilio (nata nel 1961 e dal 1965 società per azioni) dal 1969: inizia una fase di espansione sviluppando la saggistica di riflessione politica e culturale, e la narrativa italiana puntando soprattutto sui giovani autori. Nel luglio 2000 traghetta la società nel gruppo RCS Libri mantenendo inalterate identità e indipendenza nelle scelte editoriali. Nel 2016 la riacquista dopo la cessione prevista dall'accordo tra Mondadori Editore e RCS Libri. Nel 2018 sigla un accordo per l'acquisizione da parte del Gruppo Feltrinelli di una partecipazione iniziale del 40%, destinata ad arrivare al 55% dopo due anni, subordinata alla condivisione di competenze e know-how specifici nelle scelte editoriali, la promozione dei prodotti editoriali Marsilio da parte del Gruppo Feltrinelli e l'affidamento delle attività di distribuzione ad MF, joint venture tra Feltrinelli e Messaggerie Italiane.

«L’editoria italiana ha perso oggi un suo maestro», ha dichiarato il presidente dell'Associazione Italiana Editori (Aie), Ricardo Franco Levi, nel giorno della morte di Cesare De Michelis, presidente della casa editrice Marsilio. «Studioso e intellettuale raffinato, di intelligenza e sensibilità rare - sottolinea Levi - lascia alla cultura italiana, attraverso la sua casa editrice, una lezione di qualità, indipendenza e grande passione».

Per Gianfranco Bettin, scrittore e politico veneziano, «Cesare De Michelis è stato un uomo di cultura e di impegno civile, un grande, innovativo editore, fondatore della Marsilio, di cui ha guidato l'evoluzione e ha preparato le nuove direzioni e i recenti sviluppi. Un veneziano europeo di idee e di opere un socialista laico e senza pregiudizi, con cui discutere e confrontarsi era sempre stimolante e utile, un impegnativo piacere politico e intellettuale».

«Con Cesare De Michelis scompare un grande veneto. Il suo nome è sinonimo di industria culturale, quella vera, e di capacità di visione. Per me, come per tutti, Cesare De Michelis significa Marsilio, la casa editrice di Venezia e del Veneto, cresciuta con lui a impresa editoriale di prestigio nazionale e internazionale». Così il presidente del Veneto Luca Zaia.

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