Il filosofo medievale Guglielmo di Ockham, ricordato da taluni forse grazie a Umberto Eco che lo cita ne «Il nome della rosa»,
morì nel 1349 o nel 1350. Tra i suoi scritti figura il «Dialogo sul papa eretico»: questo francescano acutissimo (conosciuto
come il Doctor invincibilis), tentò di dimostrare – senza allontanarsi dai punti fermi del cristianesimo – che il vicario
di Cristo può cadere in eresia.
Una simile analisi teologica, incomprensibile ai nostri giorni, ritrova però una sorta di aggiornamento socio-politico.
Alcuni giorni fa i mezzi di comunicazione diramavano la notizia di un ex nunzio a Washington che avrebbe chiesto le dimissioni
dell'attuale pontefice. Non staremo a enumerare fatti e ragioni che hanno mosso il prelato; né è il caso di aggiungere altro
riguardante i contrasti che si manifestano ancora ai nostri giorni nella Santa Sede. Ci limitiamo a segnalare un'opera, tradotta
per la prima volta in italiano dopo mezzo millennio, che esamina i poteri del papa.
Chi si professa cattolico dovrebbe credere che il pontefice romano, indipendentemente dai suoi comportamenti umani, sia da
considerarsi infallibile quando parla ex cathedra (cioè dalla cattedra di Pietro) su questioni di fede o di morale. Il dogma
dell'infallibilità fu definito solennemente durante il Concilio Vaticano I, nell'anno 1870.
In realtà, dopo Lutero si contesta anche il primato del papa: gli evangelici non lo riconoscono come vicario di Cristo in
terra e negano che Gesù abbia dato a Pietro un simile privilegio. E questa distanza resta anche dopo gli incontri dell'attuale
pontefice con personalità protestanti, avvenuti un paio d'anni fa. Qualche autorevole prelato cattolico ha anche lodato Lutero
in quell'occasione, ma gli evangelici continuano a non credere nella successione apostolica. Il papa, insomma, sarà una personalità
di rilievo e influente, ma non può esercitare - per i protestanti - il potere supremo in questioni di fede.
Dicevamo del libro: è il diciassettesimo tomo delle «Opere scelte» di Lutero, che Claudiana va pubblicando da anni in traduzione
italiana. S'intitola «I poteri del papa» (pp. 304, euro 35). L'ha curato Claudia Angeletti e riporta anche il testo latino
a fronte.
Si tratta della celebre spiegazione della XIII Tesi, disputata a Lipsia nel 1519, nella quale Lutero sosteneva che l'autorità
della sede romana sopra le altre si è affermata negli ultimi 400 anni e “in base a decreti debolissimi”. Egli reinterpretò
i passi evangelici con cui si giustifica il papato, i testi dei Padri e dei concili. Si sfidarono sulla questione il dotto
umanista e teologo cattolico Johannes Mayr, detto Eck, e Andreas Bodenstein, detto Karstadt (italianizzato in Carlostadio).
Questi era affiancato da Lutero, che diventò il vero protagonista.
Tale disputa, nota la Angeletti, fu la vera svolta per Lutero. Certo, a Roma mal digerirono le sue idee e prepararono la scomunica.
La quale, il 3 gennaio 1521 diventò operativa.
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