All’età di 88 anni è morta Inge Schönthal Feltrinelli, ultima grande signora dell’editoria internazionale. Moglie di Giangiacomo Feltrinelli, salvò la celebre casa editrice milanese prima di consegnarla nelle mani del figlio Carlo, attuale presidente del gruppo. Fotoreporter e poi editrice che voleva cambiare il mondo con i libri: ha avuto una vita straordinaria in cui c’è la storia del Novecento italiano ed europeo. Nata a Essen, in Germania, il 24 novembre 1930, figlia di ebrei tedeschi, naturalizzata italiana, era «un vero vulcano di idee, curiosità, gentilezza» come l’aveva definita Amos Oz.
Il commiato della casa editrice
«I libri sono tutto, i libri sono la vita», ed è stata una vita circondata da libri, librai, editori, scrittori e lettori
quella di Inge Schönthal Feltrinelli, presidente della Casa editrice Giangiacomo Feltrinelli e icona della cultura del Novecento,
che ci ha lasciati oggi all’età di 87 anni». Così in un comunicato della casa editrice. «Fonte quotidiana di ispirazione per
le attività dell’intero gruppo, Inge Feltrinelli è stata la guida più esigente e lo sguardo più innovativo, l’entusiasta promotrice
di nuove attività come la diga più invalicabile a difesa dell’indipendenza e dell'autonomia della cultura e di tutte le manifestazioni
di pensiero libero.
Gli esordi da fotografa
Suo padre dirigeva una grande industria tessile. Dopo la tragedia della Guerra la ragazza, straordinario misto di curiosità
e intraprendenza, abbraccia la carriera di fotoreporter ad Amburgo e nel 1952 si imbarca su un lussuoso transatlantico diretto
a New York, dove intercetta lo star system delle case editrici e dei giornali, della letteratura e del cinema, ricavandone
soggetti da fotografare. Tra i suoi ritratti più celebri quelli di Greta Garbo in Madison Avenue, Elsa Maxwell, Elia Kazan,
John Fitzgerald Kennedy, Winston Churchill. Poi Pablo Picasso e un certo Ernest Hemingway immortalato mentre dà la caccia
ai black marlin ma anche Gary Cooper e Anna Magnani. Di ritorno in Germania, per quattro anni gira il mondo e scrive su riviste
di prestigio come «Film&Frau». Nel 1958, di ritorno dal Ghana, in un party negli uffici dell’editore amburghese Rowohlt, incontra
Giangiacomo Feltrinelli, l’editore rivoluzionario milanese che ha fatto tredici pubblicando per primo Il dottor Zivago di Boris Pasternak, censurato in Unione Sovietica.
Amore (e rivoluzione) con Giangiacomo
Scoppia la scintilla, proprio mentre Giangiacomo è alle prese con un altro titolo che cambierà la storia della letteratura
e non solo: Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Inge si trasferisce a Milano. Nel 1959 i due si sposeranno in Messico e insieme continueranno
a girare il mondo, incontrando intellettuali e rivoluzionari. Nel 1964 arrivano per esempio all’Avana, per lavorare con Fidel Castro alla sua biografia. Dopo il ‘67 Giangiacomo si dà alla clandestinità lasciando alla moglie la gestione della casa editrice.
Dal 1972, con la tragica e misteriosa morte del marito, Inge è con suo figlio erede universale del patrimonio di famiglia,
e dovrà risollevare le sorti della casa editrice. Sono gli anni in cui nasce un legame affettivo con il designer e filosofo
argentino Tomàs Maldonado. Il periodo dei debiti con le banche e della crisi viene superato grazie all’investimento nella
rete di librerie. E a numerosi autori di successo come Marguerite Duras, Isabel Allende, Vázquez Montalbán, Pennac, Yoshimoto,
Benni, Tabucchi, Celati, Maggiani e Alessandro Baricco.
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