«Per me Matera 2019 è Matera 2039: voglio ragionare di qui a 20 anni. Parliamo di economia, tessuto sociale, lavoro: la cultura può essere una delle leve per generare occupazione, vorrei che il flusso di emigrazioni sia contrario», così il ministro della Cultura, Alberto Bonisoli, ha dichiarato una settimana fa, in occasione della presentazione del programma previsto per la Capitale europea della Cultura, al via il 19 gennaio 2019.
Il sindaco di Matera, Raffaello De Ruggieri, ha raccontato al Sole 24 Ore due iniziative di privati che vanno in questa direzione e si affiancano alla costruzione del teatro da duemila posti che sarà pronto entro il prossimo aprile a borgo Venusio, supplendo per il momento alla mancata soluzione della querelle Duni, la struttura in pieno centro che il Comune non riesce a portare a casa per via di problemi tra i proprietari che ne impediscono la vendita («ma è in corso una procedura espropriativa, e poiché il Duni è stato riconosciuto bene culturale abbiamo il diritto di prelazione», spiega il sindaco). «La prima iniziativa riguarda il palazzo dell’ex Banca d’Italia, acquistato da un gruppo di imprenditori. Quell’immobile diventerà entro la prossima primavera un centro culturale: i primi due piani saranno spazi espositivi, come lo spettacolare reticolato di grotte sottostanti che si estende sino alla vicina chiesa di San Francesco d’Assisi. Al terzo piano ci sarà una sala conferenze da 600 posti, più un ristorante panoramico: l’investimento è per complessivi cinque milioni di euro».
Più impegnativo - nel quartiere Piccianello - l’intervento i cui termini sono in via di definizione e che riguarda l’ex pastificio Padula poi ceduto a Barilla e chiuso: «La società Il Cavallino - prosegue De Ruggieri - punta a investire 50 milioni di euro per fare, entro la fine del 2020, un grande albergo e un centro congressi da 900 posti. I silos dovrebbero diventare un’area espositiva di arte contemporanea». Due progetti avallati dal sindaco, che sta mettendo a punto il parco tematico della storia dell’uomo articolato in quattro momenti (preistoria, civiltà rupestre, civiltà contadina, civiltà dello spazio) e il progetto di “Matera digitale” che scommette sullo sviluppo 5G della città, coinvolgendo imprese e diverse università.
Naturalmente non si può dimenticare che alle porte c’è il 2019, ineludibile. Come ha detto Paolo Verri, direttore della Fondazione Matera 2019 – e che in passato si è occupato del Salone del Libro di Torino, delle Olimpiadi Invernali di Torino e del Padiglione Italia dell’Expo - giunti a questo stadio dei lavori di solito gli chiedevano se si fossi pronti per l’evento in corso, non per gli anni a venire. Per Matera, ha tenuto a sottolineare, si è pronti: «Abbiamo fatto quello che abbiamo promesso con 48 milioni di euro distribuiti su sette anni anziché con i 52,3 milioni stanziati». È seguita un’incontenibile descrizione del fitto programma, dalla giornata inaugurale - 54 bande in arrivo il prossimo 19 gennaio da tutta Europa e dai Comuni lucani si esibiranno nelle piazze e nelle strade materane, in diretta su Rai 1 - alle quattro grandi mostre che si susseguiranno durante l’anno, alla stretta collaborazione intrecciata con l’ex rivale Ravenna, alla Cavalleria Rusticana realizzata con il San Carlo di Napoli che andrà in scena nei Sassi, al passaporto che si potrà acquistare con 19 euro e che permetterà di godere di tutti gli eventi di Matera 2019 e via dicendo.
Basterà per rassicurare gli scettici che non si sentono confortati neanche dal costante aumento dei turisti (anzi, c’è chi si preoccupa di una ricettività non all’altezza o chi pensa che si tratti di un turismo sempre troppo veloce)? Resta il fatto che Matera non è più la città piatta, sonnolenta e isolata di soltanto pochi anni fa, un dato incontrovertibile. Allo stesso tempo rimane il sogno di poter salire su un treno che dalla città dei Sassi porti a Milano o in qualsiasi destinazione del Nord, come accade in tutti i capoluoghi di provincia (a maggior ragione come ci si aspetterebbe da una Capitale europea della Cultura). Qui il sindaco ha tagliato corto: «Con il completamento della superstrada Bari-Matera si raggiungeranno Bari e l’aeroporto di Palese in mezz’ora» (vero, ma...).
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