Il 5 novembre di 50 anni fa, nel pieno delle contestazioni sessantottine, in un'atmosfera segnata dal lutto per l'assassinio di Bobby Kennedy (e ancora prima, ad aprile, per quello di Martin Luther King), l'America andava al voto: si eleggeva il 37°presidente. La spuntò il repubblicano Richard Nixonnella corsa a tre contro il democratico Hubert H. Humphrey e l'indipendentista George Wallace, governatore dell'Alabama. Una scelta salutata, il giorno dopo, a San Francisco, da uno degli scioperi universitari più imponenti della storia del Paese: in prima linea erano soprattutto le Black Unions a reclamare diritti ed equità per gli afroamericani, mentre su tutto e tutti incombeva la violenza del Vietnam.
Il voto del ceto medio
Nixon, californiano, puntò sul voto del ceto medio, della cosiddetta “maggioranza silenziosa” che si sentiva schiacciata e
messa all'angolo da chi riempiva le piazze. Approdato alla Casa Bianca, colpì con mano pesante le forze nere più radicali,
a partire dal Black Panther Party, attraverso l'Fbi. Allo stesso tempo non azzerò la spesa sociale, creò l'Agenzia per l'ambiente, l'Enviromental Protection
Agency, e al fianco di Henry Kissinger attuò la politica della Distensione con l’accordo con l'Urss per la limitazione degli armamenti nucleari e l'apertura alla
Cina.
Presidente accentratore
Fu un presidente accentratore: per 43 volte ricorse al veto, di fronte a un Congresso a forte maggioranza democratica. La
straripante vittoria per il secondo mandato, nel 1972, che gli elettori gli regalarono per l'imminente disimpegno dal fronte
vietnamita, fu però effimera: lo scandalo Watergate poco dopo lo costrinse alle dimissioni (rimane l'unico presidente ad essersi dimesso). I neri e le donne che anche la seconda
volta non lo votarono non avrebbero mai potuto immaginare che di lì a 35 anni un 47enne afroamericano sarebbe diventato presidente.
Il prossimo 13 novembre esce in oltre 30 Paesi Becoming, la biografia di sua moglie, Michelle Obama…e c'è chi non ha smesso di sperare che, nel 2020, sia il suo turno alla Casa Bianca.
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