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Golden Globe: «Bohemian Rhapsody» miglior film drammatico, «Green Book» miglior commedia

Sorprese e conferme nella notte dei Golden Globe, classico antipasto dei premi Oscar, le cui candidature verranno annunciate il prossimo 22 gennaio.
La 76esima edizione dei riconoscimenti assegnati dai membri della Hollywood Foreign Press Association è stata contrassegnata dall'impegno politico e sociale: dal tema della parità di presenza delle donne nel mondo dello spettacolo a quello della lotta al razzismo, sono stati diversi gli spunti di riflessione in una cerimonia ricca di emozioni.

Ed è proprio una storia di integrazione quella al centro di «Green Book», uno dei trionfatori della serata, che si è portato a casa ben tre statuette: miglior film di genere commedia o musical, miglior attore non protagonista a Mahershala Ali e miglior sceneggiatura.
Diretto da Peter Farrelly, «Green Book» è ispirato alla storia vera dell'amicizia tra un buttafuori italoamericano e un pianista afroamericano nell'America degli anni Sessanta.

Bohemian Rhapsody

Decisamente più sorprendente il titolo di miglior film drammatico a «Bohemian Rhapsody» di Bryan Singer, che ha ottenuto anche un secondo premio per la grande interpretazione di Rami Malek: l'attore che veste i panni di Freddie Mercury si è aggiudicato il riconoscimento come miglior attore protagonista in un film drammatico.

La pellicola campione d'incassi, incentrata sul leader dei Queen, ha superato la concorrenza del favorito della vigilia «A Star Is Born», film di Bradley Cooper con Lady Gaga che ha vinto soltanto nella categoria per la miglior canzone originale con «Shallow».

Una statuetta ampiamente prevista era invece quella per il miglior regista, andata come da pronostici ad Alfonso Cuarón, autore dello straordinario «Roma», lungometraggio che ha trionfato anche nella categoria del miglior film straniero.

Se come miglior attore protagonista in una commedia ha vinto Christian Bale per aver interpretato Dick Cheney in «Vice», nella medesima categoria al femminile ha alzato il Golden Globe l'eccellente Olivia Colman de «La favorita».
Miglior attrice protagonista in un film drammatico è stata invece Glenn Close per «The Wife», mentre come miglior attrice non protagonista (in questo caso non c'è differenza tra commedia e dramma) l'ha spuntata Regina King per «Se la strada potesse parlare».

Altro premio importante è quello per il miglior lungometraggio d'animazione andato a «Spider-Man: Un nuovo universo», ma va segnalato anche il riconoscimento per la miglior colonna sonora a «First Man».

Per quanto riguarda l'universo del piccolo schermo: «L'assassinio di Gianni Versace» è stata decretata la miglior mini-serie dell'anno, «The Kominsky Method» è la miglior serie commedia, mentre «The Americans» la miglior serie drammatica. Tra gli attori, premi per Patricia Arquette (miglior attrice in una miniserie per «Escape at Dannemora»), Darren Criss (miglior attore in una miniserie per «L'assassinio di Gianni Versace»), Sandra Oh (miglior attrice in una serie drammatica per «Killing Eve»), Richard Madden (miglior attore in una serie drammatica per «Bodyguard»), Rachel Brosnahan (miglior attrice in una serie commedia o musical per «The Marvelous Mrs. Maisel»), Michael Douglas (miglior attore in una serie commedia o musical per «The Kominsky Method»), Patricia Clarkson (miglior attrice non protagonista per «Sharp Objects») e Ben Whishaw (miglior attore non protagonista per «A Very English Scandal»).

Infine, da ricordare che il Cecil B. De Mille Award (premio alla carriera intitolato a un regista che ha fatto la storia del cinema americano) è andato a Jeff Bridges, grande protagonista di film come «Il grande Lebowski» e «Crazy Heart», che abbiamo recentemente visto nelle nostre sale in «7 sconosciuti a El Royale» di Drew Goddard.

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