Cultura

Michel Legrand, la colonna sonora del cinema francese

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il ricordo

Michel Legrand, la colonna sonora del cinema francese

Michel Legrand è stato il solo, vero compositore impressionista del cinema del novecento, attratto dal colore più che dal disegno. Le sue partiture assomigliano alle tele di Manet, in particolare il celebre Dejeuner sur l'herbe che tanto diede scandalo nella sua apparente innocenza, rappresentando una giovane donna nuda, ma senza riferimenti né costumi epici o storici, come si usava quando non si osava. Figlio del suo tempo (e della Francia), ha composto il racconto leggero e struggente che ha contribuito a costruire l'iconografia del cinema francese del dopoguerra.

Ora, cinquantacinque anni dopo aver disegnato con la musica quel capolavoro (in cui si rivelò al mondo Catherine Deneuve) che è la commedia musicale Les Parapluies de Cherbourg del regista Jacques Demi (Grand Prix al 17° Festival di Cannes e nominato all'Oscar proprio per la colonna sonora originale), lascia questa terra un compositore che ha segnato la cultura popolare francese lasciando oltre 150 partiture dense di grande leggerezza, eleganza e nostalgia. È stato l'ultimo grande compositore francese per il cinema, dopo la scomparsa nel 2009 di Maurice Jarre.

Michel Legrand aveva 86 anni, di cui oltre sessanta passati a scrivere, comporre, dirigere, cantare e interpretare musica, dal jazz al variété, dal musical alle sinfonie per il cinema. Eccellente polistrumentista (sapeva suonare una dozzina di strumenti), dopo la guerra aveva studiato a Parigi con Nadia Boulanger e dal 1954, come pianista, debuttò accompagnando le due icone francesi dell'epoca, Henri Salvador e Maurice Chevalier. Contemporaneamente, cominciò ad animare i club parigini con artisti di passaggio nella Capitale francese come Miles Davis, John Coltrane, Bill Evans (nel '58 pubblica una preziosa rarità da non smettere di ascoltare: Legrand Jazz: Michel Legrand dirige les géants du jazz américain). Aveva scoperto il grande jazz, una sera del '48, alla storica Salle Pleyel, ascoltando incredulo la potenza della tromba di un ancora giovane Dizzy Gillespie.

Poi passò con la leggerezza di una farfalla, e dopo alcune esperienze come autore di musiche per cortometraggi e documentari, al grande cinema: nel 1960 firma la musica di Terrain Vague di Marcel Carné e (nello stesso anno), inaugura il sodalizio con il regista e compagno d'arte Jacques Demi , esplorando ogni genere di repertorio e letteratura musicale, ma sempre avendo nelle mani e nella testa il delicato impressionismo dei grandi compositori francesi del novecento, da Debussy a Satie, oltre all'amato Schubert.

Di Legrand resteranno per sempre Il bebop di Lola (1960) di Jacques Demi, il jazz sinfonico delle Demoiselles de Rochefort (1967, sempre di Demy). E poi L'Affaire Tomas Crown (1968, Oscar per la Migliore canzone) di Norman Jewison, il racconto popolare “Peau d'Ane”e, soprattutto, colonne sonore meno celebri, eppure vitali come Cléo de 5 à 7 (1962) della cineasta e documentarista Agnés Varda. Ora che Michel Legrand si è staccato da questa terra, può finalmente assumere, in Francia e nel mondo, il nome - Michel Le Grand - che spetta a un autore che è riuscito a tessere tele immateriali per raccontarci qualcosa di sé, del suo Paese e della sua epoca.

r.piaggio1@me.com

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