Non sono i colpi dell'artiglieria e dei fucilieri dell'esercito inglese contro quello francese che si ascoltano nella “Battaglia
di Wellington” composta nel 1813 da Beethoven né il colpo di timpano che fa sussultare l'ascoltatore della sinfonia n. 94
“La sorpresa” di Haydn, una delle dodici composte tra il 1791 e il ‘95 per le due tournées in Inghilterra. Si tratta invece
degli ormai abituali botti record alle aste di moderno e contemporaneo a New York, ove le stime dei vari Basquiat, Hockney
e Peter Doig , per citarne solo alcuni, navigano da 10 a 25 milioni di dollari. Una corsa al rialzo che continua senza sosta
anche grazie alla spinta della enorme liquidità sempre più nelle mani soprattutto di una classe media che in Cina cresce a
ritmi record. Ma che mondo è, diavolaccio, se un quadro di un artista di successo italiano come Alessandro Busci si vende
a prezzi qualche centinaia di volte più bassi? In un mondo globale, a vasi comunicanti come quello odierno, è un forte controsenso.
Per fortuna la forbice si sta chiudendo col nostro Fontana che macina record, finalmente.
Questo fenomeno di disparità viene da lontano e si verifica, da sempre, anche per il settore dell'Ottocento italiano rispetto
a quello francese o per le nature morte secentesche nostrane rispetto a quelle fiamminghe del secolo d'oro. Le contraddizioni
in campo artistico non finiscono qui. Per la musica contemporanea le commissioni per i lavori dei maggiori compositori sono
del tutto insignificanti. E per i giovani esecutori emergenti di grande talento, ancor peggio. Si deve suonare gratis, se
no, nisba. Altro che le usanze ai tempi dei Bellini o dei Rossini, coperti d'oro e di doni regali da principi e aristocrazie
locuplete, omaggiati come rock star da folle festanti.
Come merita oggi Muti, impegnato con la sua Chicago Symphony Orchestra in una tournée di tre settimane - guarda caso ignorata
dalla quasi totalità della stampa italiana - che tocca capitali e diverse città di Cina e Giappone. Osannato a Osaka e a Shangai
come mai. In ogni dove, sempre sold out e, improvvisamente, tutti pazzi per Brahms dopo l'esecuzione delle due prime sinfonie.
Una riscoperta. E lo stesso accade per Verdi, con un “Requiem” stellar, come sol lui sa far... Per Francesco Meli e Riccardo
Muti , vale l'antico detto: da Montelupo si vede Capraia, Dio li fa e poi li appaia. Diaboliche assonanze per non comuni mortali.
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