In un illustre quotidiano un fisico che va per la maggiore ha espresso tutto il suo incontenibile giubilo per la decisione
del Canada, «che apre il cuore», di legalizzare l'uso della marijuana. I «bigotti nostrani» dovranno finalmente convincersi
che la marijuana non rovina nessuno. L'entusiasmo è ancor più grande perché fumare quella droga «è stato per una generazione
un piccolo rito collettivo per dirsi l'un l'altro: crediamo nella possibilità di un mondo migliore di questo». Per impegnarsi
socialmente, per opporsi al «moralismo peloso» e al «grigiore del conformismo» quella generazione ricorreva agli spinelli.
Rivelazione mirabolante sulla storia recente. Il fisico racconta di colleghi e allievi che ne facevano e fanno uso, e ricorda
con orgoglio quanto lui fosse bravo «a rollare». Si augura comunque che i «parrucconi italiani» riescano a vietare «ancora
per un po' gli spinelli, così almeno i ragazzi possono provare il gusto del proibito senza rischiare di farsi male». Difficile
immaginare stoltezza più cupa. Ci sono argomenti a favore della legalizzazione della marijuana, ma si tratta pur sempre di
una resa ad un orribile e, per certi aspetti, ripugnante male minore. L'illustre fisico esulta perché l'uso di una droga aumenterà.
Una droga, non si sa se lo sappia e lo capisca, è apprezzata solo se altera in qualche misura il funzionamento del cervello.
Quindi è sempre nociva, e i danni si accumulano. L'uso di droghe - di tutte le droghe, compresi alcol e tabacco - facilita,
fra l'altro, l'insorgenza della demenza.
(Modesto Michelangelo Scrofeo)
© Riproduzione riservata