Se non fosse che difficilmente le modifiche al Codice della strada proposte alla Camera nei mesi scorsi diventeranno tutte
legge, ci sarebbe da preoccuparsi. In buona parte mirano a tutelare i cosiddetti utenti deboli e, tra loro, soprattutto i
ciclisti. Ma in realtà li espongono a rischi ancora maggiori.
Non è tanto per la possibilità che circolino contromano: di quella si è parlato fin troppo. E trascurando che sarebbe comunque
limitata a tratti con segnaletica dedicata.
I problemi maggiori sono ai semafori. Qui qualcuno pensa di consentire ai ciclisti di fermarsi davanti a tutti gli altri ad
aspettare il verde. Evidentemente arrivando alla striscia di arresto loro dedicata dopo un pericoloso slalom fra gli altri
veicoli. E poi rischiando di farsi travolgere da chi proviene dalla loro destra e gira a sinistra con rapidità per approfittare
del giallo allungato a cinque secondi che figura tra le proposte in discussione: un residuo delle polemiche di un decennio
fa sullo scandalo dei presunti semafori truccati, finito in una bolla di sapone. Chi proponeva un giallo più lungo degli attuali
tre-quattro secondi non ha mai tenuto conto che molti possono tentare di sfruttarlo fino all'ultimo millesimo. Ancora adesso
trova qualcuno che lo ascolti, in Parlamento. Al momento della ripartenza, poi, i nostri ciclisti dovrebbero tutti scattare
come campioni del pedale, per non attirare le ire degli automobilisti. Impresa quasi impossibile per i tanti anziani in circolazione.
Loro di solito riprendono a pedalare piano, con traiettoria incerta. Bersagli ideali per guidatori frettolosi e sicuri che
tanto un vigile nei paraggi non c'è.
(Modesto Michelangelo Scrofeo)
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