L'Anno Nuovo è partito con passo incerto, dopo un 2018 simile al ponte (Kafka, 1917) che voltandosi indietro per vedere chi
con piede pesante lo calpestava, finisce per precipitare. Anticipando il fratello genovese. Infatti ci tocca constatare che
l'Italia è crollata agli ultimi posti per crescita, vicina allo zero. La Fiat ha venduto all'interno il 10% in meno, Carige,
per aspera non ad astra, e perfino Pernigotti e Caffè Hag, la metafora del decaffeinato, sono in crisi. Consoliamoci - anche
se non basta - con la notizia del World Economic Forum sull'iscrizione all'università delle donne italiane, il 36% in più
dei ragazzi: prime nel mondo. Ma con una percentuale di laureate del 17,4% (12,7% i ragazzi), del tutto indietro per trattamento
economico, il peggiore in Occidente : al 118mo posto su 140, nel trovare lavoro. Pur ottenendo la laurea cum laude per il
60%. Quanto all'abbandono degli studi universitari, il record spetta ai francesi con oltre un milione di studenti, seguiti
da Italia con oltre 500mila e Gran Bretagna con oltre 400mila. Virtuosa al solito la Germania: 165mila lasciano (in gran parte
perché accettano proposte di impiego).
Fuori dall'Europa, malgrado l'attuale caporetto delle Borse, ben altrimenti brillano i numeri di quei paesi che ci ostiniamo
a chiamare “in via di sviluppo” o “mercati emergenti”. Milano sarà pure in vetta per la miglior qualità di vita, ma come la
mettiamo col 79% di polveri sottili? Più del doppio del limiti europei, al 35%. Collocata al 45mo posto nell'Innovation Cities
Index, rispetto a New York, London, Paris e Tokyo, e con una delle più basse percentuali di verde cittadino. Resta 104esima
nella Governance e 71esima nella tecnologia, per contro con buoni risultati in mobilità e trasporto pubblico. Figurarsi lo
stato del resto del paese, soprattutto il Sud. In questo quadro non stupisce la penalizzazione dell'Orchestra Giovanile Italiana,
gioiello della Scuola di Fiesole, fondata 34 anni fa da Piero Farulli, cui il Mibac ha azzerato di colpo i fondi. Acta est
fabula? Difficile vivere da giovani dalle nostre parti. Non bastano i fragorosi applausi al saggio Mattarella alla Scala,
e neppure il suo auspicio, un po' deja vu, di “maggior impegno e fiducia” nel messaggio di Fine Anno.
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