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Dossier La luna, la gatta e l’Aretha

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    Dossier | N. 68 articoli Graffi e stroncature: l’archivio di Vivissime condoglianze

    La luna, la gatta e l’Aretha

    Grande attesa per Yesterday, film di Danny Boyle in uscita a giugno dove un cantautore sfigato, a seguito di un incidente stradale, si ritrova in un universo parallelo che non conosce i Beatles. Ed ecco che il protagonista si mette a cantare, una dopo l’altra, le canzoni dei Fab Four e diventa superstar globale. Un po’ come se uno, nell’Italia del 2019, prendesse il riff di un pezzo inciso da Aretha Franklin nel 1970 e ci costruisse sopra il tormentone estivo perfetto. A chi lo facciamo cantare? Massì: Jovanotti, Calcutta e Tommaso Paradiso di Thegiornalisti, ché qui le cose le facciamo in grande. Come dite? Non è verosimile tutto ciò? Che ingenui che siete: le assurdità della vita - insegnava mastro Pirandello - non hanno bisogno di parer verosimili, perché sono vere. Ed ecco che Takagi e Ketra, già produttori di quella perla che risponde al titolo di Amore e Capoeira, prendono il riff di piano che l’Aretha suonava in Don’t play that song for me e lo trasformano in La luna e la gatta, ballatona acchiappafemmine con l’eterno «ragazzo fortunato» a fare da balia ai due enfant prodige dell’italico indie acqua e zucchero. Se l’operazione vi sembra un po’ borderline, sappiate che i riff attengono all’arrangiamento. La cui copertura, in termini di diritto d’autore, è abbastanza controversa, tanto che tutti ci sguazzano. Certo, sarebbe stato elegante esplicitare il riferimento al brano ispiratore, ma l’eleganza negli ultimi tempi è diventata un po’ come il coraggio di don Abbondio. E allora, ideona: scriviamo pure noi una hit estiva. Che ne dite se partiamo da una bella rielaborazione del riff di Satisfaction?

    (Modesto Michelangelo Scrofeo)

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