Cultura

L’umanesimo travagliato di Jiri Kylian

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danza

L’umanesimo travagliato di Jiri Kylian

Una creatura dai tratti femminili, il corpo conico a suggerire il moto circolare perpetuo, le braccia sollevate, tondeggianti. Una danzatrice antica e senza tempo ( la datazione è 5500 a.C.) che poggia su due ali aperte, a suggerire il prossimo volo, più in alto e lontano, dell'arte che rappresenta. E' questa l'effigie scelta dal coreografo Jiri Kylian per l'elsa della sua spada da Immortel – nuovo membro dell'Academie des Beaux Arts, dove si è installato con una cerimonia solenne e gioiosa sotto la Coupole dell'Institut de France qualche giorno fa ( al posto del pittore italiano Leonardo Cremonini).

Consegnatagli da Caroline d'Hannover quella spada avrà d'ora in avanti il compito di venir brandita per “onorare e difendere l'arte”: la coreografia finalmente assurge ai più alti scranni e viene considerata istituzionalmente al pari delle altre - pittura, scultura, grafica, fotografia, composizione musicale, cinema e audiovisivo d'arte ( altre due sezioni sono destinate a membri stranieri e a operatori culturali); non a caso è già aperta la call per le candidature – rivolta esclusivamente a coreografi francesi- per i quattro seggi destinati alla sezione. Al di là dei fatti burocratici, l'investitura di Jiri Kylian segna finalmente a livello istituzionale il riconoscimento della danza come arte primaria. Ma perché Kylian? Perchè come pochi nella sua carriera il coreografo praghese ha saputo usare la forma- partita dalla tradizione classica ma con il tempo alla ricerca di nuove soluzioni fino ad arrivare ad una gestualità distillata ed essenziale– per creare i più variegati paesaggi umani. Paesaggi inizialmente scanditi dal ricordo luminoso della patria lontana ( Kylian è riuscito a tornare nel suo paese solo negli anni '90) e poi soprattutto paesaggi interiori, ora attraversati dallo smarrimento e dall'elaborazione del lutto; ora dalla riscoperta dei valori più profondi dell'umanità, ora infine dalle sue pecche e vulnerabilità. In questa straordinaria capacità di catturare le emozioni più indicibili, “ascoltando” l'esistenza e cercandone i segreti Kylian ha espresso perfettamente,creazione dopo creazione, la sua idea di umanesimo a volte travagliata, ma in cui ancora la bellezza è preposta a salvare il mondo: idea affidata alla sua danza pastosa, dal segno morbido, sensuale, vivo, con un lindore sempre fulgente e indiscutibilmente carnale – quasi un haiku coreografico, capace,direbbe Barthes, di catturare “l'intrattenibile”- come le piccole poesie giapponesi.

“ E' stato un aborigeno australiano a rivelarmi il segreto della danza- ha detto Kylian nel discorso di insediamento- Trasmetterla di padre in figlio,come nel suo caso, significa essere l'anello di una catena infinita che unisce passato a futuro. L'Academie si prefigge lo stesso scopo: unire tradizione all'innovazione. Ed io sono qui per fare da anello di congiunzione tra quello che la mia arte è stata e quello che sarà.”

Intento prontamente realizzato nel corso della performance ideata da Kylian per omaggiare i membri dell'Accademia: sulle due celebri arie di Purcell eseguite con tocco raffinato da William Christie e Les Arts Flourissants Sabine Kupfemberg, moglie e musa di Kylian, trucco e parrucco barocchi e palla di tulle rosso fuoco ha catalizzato l'attenzione con i gesti netti e magnetici, le espressioni ora grottesche ora tenere a sottolineare le infinite emozioni che attraversano l'animo umano. Un coup de theatre acclamato dagli invitati -nomi celebri della comunità internazionale della danza ( da Mats Ek a Brigitte Lefevre, da Nacho Duato a Jean Christophe Maillot a membri dell'olandese NDT che Kylian ha reso grande)- e che ha scosso di applausi l'austera Cupola, in un festoso tutt'uno. In fondo, come dice Kylian, “La vita è movimento. Il movimento è danza. La danza è vita. E tutti noi danziamo, mortali e immorali, dal momento che entriamo in scena fino a quando ne usciamo”.

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