«Ciascuno di noi ha tanti luoghi nel sangue». Un borgo, un vicolo, la vetta di una montagna o il suo fianco puntellato di ulivi. Aida ha lasciato da anni la Calabria, Santa Caterina Albanese, il padre, gli zii, la sartoria di famiglia. Disegna e cuce abiti da sposa in un atelier dell'Eur, a Roma. Ma qualcosa le si agita dentro, una nostalgia che con il tempo non si attenua. I vicoli del suo paese arbėreshe, stretto tra le montagne del Pollino, la gente semplice, le nenie dei pastori, le icone bizantine, le madonne odigitrie, le vallje danzate per strada dopo la Pasqua. Tutto un mondo che con la morte del padre si spalanca.
Arbėria, la riscoperta delle radici
“Arbėria” č il film di Aida che torna in Calabria, un'opera sulla doppia cultura. Il punto di vista di una donna sull'appartenenza
etnica rifiutata e poi riscoperta. Un'auto-fiction se si considerano gli elementi biografici di Francesca Olivieri che č la
sceneggiatrice e la regista. Arbėreshe a metą: la nonna paterna Alfonsina discendeva da Scanderbeg, come tutti gli albanesi
che dal 1400 in poi hanno popolato il Sud Italia, Calabria e Basilicata in particolare. Mantengono intatta la propria cultura
e le proprie tradizioni. A partire dall'uso della lingua.
«Un film come atto politico»
«Filmare questa storia č stato anche un atto politico: ho capito che il passato e l'attualitą di questo popolo sono un paradigma
di tutte le minoranze etniche che subiscono un decadimento», racconta Francesca Oliveri che, dopo la laurea a Bologna in Discipline
semiotiche e la scuola di cinema di Marco Bellocchio, lavora come regista di documentari e serie tivł a Parigi. «Quest'opera
č il mio sguardo sulle mie radici, sulla mia storia di bambina che ogni estate, da Tortona, tornava in paese. Č una riflessione
sull'importanza di custodire la propria indentitą, tramandando usanze e lingua madre». Sulle culture che si integrano e non
si separano.
L'uso della lingua arbėreshe
Gli attori recitano prevalentemente in arbėreshe, a cominciare dalla protagonista che č l'attrice Caterina Misasi, romana
di origini calabresi, nota al pubblico televisivo per le sue partecipazioni a molte fiction. Ha studiato la pronuncia esatta
di San Demetrio Corone con la coach Viki Baffa. Anna Stratigņ, che a Lungro incarna la cultura e la musica albanese, nel film
veste i panni della zia, ma nella parlata ha voluto mantenere l'inflessione tipica della sua zona. La regista ha scelto bene
il suo cast (tra gli altri Carmelo Giordano, Mario Scerbo, Alessandro Castriota Scanderbeg, Fabio Pappacena, Antonio Andrisani,
Denise Sapia), anche quello tecnico: il montaggio č di Fabio Nunziata. Le musiche del compositore Luigi Porto.
Keza, merletti e il Pollino sullo sfondo
Incantevoli gli abiti tradizionali, che appartengono alla famiglia di Francesca Olivieri: in pił occasioni le donne sfoggiano
camicie di cotone bianco, merletti inamidati, corpetti azzurri, corti e aderenti, con le maniche ricamate in oro e gallonate
ai polsi, preziose gonne in raso di seta (kukule), lunghe fino alle caviglie con il bordo in oro. In testa il keza, un diadema
a forma di conchiglia. Sullo sfondo la maestositą del Parco del Pollino e alle falde i suoi piccoli borghi: San Giorgio, Mormanno,
Morano, Oriolo, Vaccarizzo Albanese.
Un'opera che valorizza la creativitą giovanile
L'opera č stata realizzata a km 0: distribuita dalla calabrese Lago film (che vaglia gią richieste arrivate da Francia e Germania),
č prodotta da Open Fields Productions, societą di produzione cinematografica cosentina, in collaborazione con LuCa, prima
macro film commission che ha messo insieme le due fondazioni regionali che si occupano di sviluppo dell'industria cinematografica
in Basilicata e in Calabria. La stessa che ha supportato “The Millionairs” (regia di Claudio Santamaria, prodotto dalla Goon
Films di Gabriele Mainetti) e “A'Ciambra” di Jonas Carpignano (due David di Donatelllo). Il film rientra nell'iniziativa di
Mibac e Siae “Sillumina” (“Per chi crea”), a supporto della creativitą e della promozione culturale dei giovani: destina ad autori, produttori, artisti e interpreti
il 10% dei compensi per “copia privata”. La prima nazionale č fissata al cinema Garden di Rende (Cosenza) il 26 marzo.
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