Fu il cosiddetto Editto Bulgaro nel 2002 ad allontanare dalla Rai Daniele Luttazzi, che oggi potrebbe tornare a viale Mazzini per un programma satirico di otto puntate, in onda dal prossimo autunno.
La pietra dello scandalo fu l’intervista, all’interno del programma Satyricon, a Marco Travaglio per il libro L’odore dei soldi durante la campagna elettorale per le politiche del 2001. Travaglio, oggi direttore de «Il fatto quotidiano», allora redattore di «Repubblica», nel libro, pubblicato da Editori Riuniti, ragionava sulle origini delle fortune di Silvio Berlusconi e per le sue tesi fu accusato di diffamazione da parte dell’ex premier, che fece causa anche a Luttazzi chiedendo 10 milioni di euro di risarcimento. Nel 2015 i due vennero poi assolti in Cassazione.
Dopo la vittoria del Cavaliere alle politiche il talk show di Luttazzi fu cancellato dai palinsesti, con una dichirazione di Silvio Berlusconi che definì “criminoso” l’uso della tv pubblica da parte dello stesso Luttazzi, di Enzo Biagi e di Michele Santoro, durante una conferenza stampa del 18 aprile 2002 in occasione di una visita ufficiale a Sofia. La dichiarazione rilasciata dal Cavaliere fu ribattezzata poi dal giornalista Simone Collini de «L’Unità» il “diktat bulgaro”.
Luttazzi era tornato sugli schermi su La7, in seconda serata, con un programma dal nome Decameron, che fu sospeso per le offese a Giuliano Ferrara. In questi anni Luttazzi ha scritto libri, realizzato album musicali e lavorato per il teatro.
Con Carlo Freccero, che contemporaneamente a Luttazzi nel 2002 perse il posto di direttore di Rai2, Luttazzi in un colloquio durato un’ora e venti minuti, ha posto le basi di un nuovo show della durata di 50 minuti, al cui centro ci saranno soprattutto la politica, ma anche intrattenimento musicale e satirico.
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