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In scena la salute mentale, al Maxxi di Roma torna «Spiraglio Film…

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In scena la salute mentale, al Maxxi di Roma torna «Spiraglio Film Festival»

Sarah vive in una fredda cittadina del Kent. La madre è bipolare, trascorre tutto il giorno a letto. I fratelli sono piccoli, ancora da accudire. Dopo la scuola concede prestazioni extra nel retro di una sala giochi. Ma ha un talento nascosto. Sarah sa far ridere. Lo sperimenterà sul palco di un teatro. (Jellyfish di James Gardner).
Gijs è in vacanza in Islanda con la sua fidanzata. Non riesce ad arginare le interferenze della madre che invade ogni suo spazio, fisico e mentale. Risucchiato dalle sue continue telefonate, di ciò che lo circonda non vede più nulla. (Skógafoss di Niels Bourgoje).

Theresa posta tutte le fasi della crescita della figlia Marta. I follower dei suoi profili social sanno tutto della sua bambina, esposta per anni a una notorietà inconsapevole. E alle sue conseguenze. (Farta di Silvia Cannarozzi). E poi Robert Shafran, David Kellman ed Edward Galland, tre gemelli separati alla nascita per uno studio scientifico sulla dimensione ereditaria e ambientale del carattere: vengono adottati da famiglie con stili e livelli economici diversi. Ma si ritrovano per una serie di coincidenze vent'anni dopo. Una storia vera, per una riflessione su natura e cultura, sul lato oscuro della scienza e sull'etica, la malattia mentale e il male di vivere: Edward muore suicida. (Three Identical Strangers di Tim Warle).

Lo Spiraglio film festival al Maxxi di Roma
Incastri, dipendenze, manipolazioni, giochi di potere, equivoci, abusi. La famiglia può essere anche un luogo terribile, di conflitti e sofferenze, di nodi e di ombre. Nel suo mondo interno penetra il cinema, con il suo linguaggio di simboli e metafore: film (8), corti e documentari (13 in tutto) ricostruiscono un sistema complesso, in cui i componenti si influenzano a vicenda. È lo “Spiraglio Film Festival della salute mentale” che quest'anno, per la sua nona edizione, si sofferma in modo particolare sull'ambiente domestico e i suoi legami, tra infanzia, adolescenza e disagio psichico. Al Maxxi di Roma, dal 5 al 7 aprile, in concorso storie vere e di finzione che una giuria di addetti ai lavori (registi, sceneggiatori, psichiatri) selezionerà per la premiazione finale.

Psichiatria e salute mentale
Ma prima ancora che un'indagine sugli aspetti imperfetti e perfino tenebrosi della famiglia, il festival, con la direzione scientifica dello psichiatra Federico Russo e quella artistica del critico cinematografico Franco Montini, parte dall'analisi di due concetti chiave: psichiatria e salute mentale. «Parlano lingue diverse, è una lunga storia di contrapposizioni – spiega Russo - idee diverse su cosa sono i disturbi psichici, su cosa è normalità e cosa malattia, su chi sta da una parte e chi dall’altra dello steccato, l'eterno bipolarismo tra ragione e follia».
Russo, «C'è una quota di salute anche nella malattia».

Quello della salute mentale è un paradigma rivoluzionario: «Riguarda chiunque – continua lo psichiatra - anche chi non presenta sintomi psichici inquadrabili in una specifica patologia. Vedere le cose in questi termini cambia il sistema di cura, che non perde mai di vista la quota di salute che c'è in qualsiasi malattia. Cambia il rapporto nelle famiglie, perché possiamo vedere anche nelle manifestazioni di fragilità potenzialità sane». Ed è questo il senso sottointeso del festival: «Per curare bene dobbiamo avere fiducia nelle capacità sane dei nostri pazienti. Guardare alle risorse, alle qualità, all'umanità e alla complessità dell'animo umano». Un monito alla psichiatria, «concentrata sui grandi disturbi, ma più debole di fronte ai meccanismi di relazione delle famiglie, dove la patologia non è nelle singole persone ma all'interno del loro sistema».

Psicoanalisi multifamiliare
Federico Russo, che dirige la Unità operativa complessa di Salute mentale del XIV municipio della Asl Roma 1, segue da tempo le teorie dell'argentino Jorge Garcia Badaracco sulla psicoanalisi multifamiliare. Fin dalla prima edizione della manifestazione ha coinvolto psicologi e terapeuti, e anche i pazienti dei centri diurni, impegnati come borsisti o stagisti in un progetto integrato. In alcuni casi l'attività è stata concepita come percorso di accoglienza e riabilitazione. Così il festival si apre quest'anno con un grande gruppo di psicoanalisi multifamiliare, per utenti, familiari ed operatori della salute mentale (il 5 alle ore 14).

Curare con le immagini
«L'audiovisivo si sta sempre più imponendo anche come strumento terapeutico, per la capacità di portare alla luce problemi intimi e zone d'ombra complesse e sconosciute, facilitando l'approdo a una presa di coscienza, che è sempre il primo passo verso una possibile soluzione. Lo slogan “curare con le immagini” sta diventando una realtà diffusa e consolidata», dichiara Franco Montini. Che consegnerà il premio “Lo Spiraglio – Fondazione Roma solidale onlus” a Fabrizio Bentivoglio, «interprete di personaggi costantemente alla ricerca di una propria identità, a volte divisi non solo nell'anima ma anche nei comportamenti e nelle scelte di vita».

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