L’antico mestiere della pesca dei ricci è al centro del film Il clan dei ricciai presentato al Biografilm Festival del 2018, dove ha ottenuto il premio Ucca – L'italia che non si vede.
A Cagliari, fra le onde di un mare cristallino, nei mesi più freddi dell'anno, non sono rimasti in molti a praticarla: tra
questi però c'è Gesuino Banchero, che prosegue questa antica tradizione sarda con il suo clan composto da ex detenuti. Dopo
anni di carcere, infatti, diversi uomini cercano così di dare una svolta al passato e riprendere il controllo della propria
esistenza.
Il film riesce così a mostrare come, grazie a questa cooperativa di pescatori, venga restituita voce e dignità a persone che
provano ad avere una seconda possibilità, tentando di ottenere un proprio riscatto personale tramite la pesca dei ricci.
Temi importanti e profondi per una pellicola che merita una visione, firmata da un regista che conosce bene l'ambiente di
riferimento.
Pietro Mereu, nato a Lanusei in provincia di Nuoro nel 1972, ha firmato diversi documentari in passato per la televisione,
tra cui la miniserie del 2017 sulla regola benedettina «I manager di Dio».
Questo docufilm è però il progetto più interessante e ambizioso della sua carriera, capace di descrivere un ambiente non semplice
da raccontare e storie di vita decisamente diverse da quelle che si ascoltano tutti i giorni.
Insieme al regista a introdurre la proiezione ci sarà il Premio Campiello Gesuino Nemus, al secolo Matteo Locci, nato a Jerzu (provincia di Nuoro) nel 1958.
Il film di Pietro Mereu è in programma lunedì 27 maggio alle ore 21.45 al cinema Messico di Milano.
© Riproduzione riservata