La cultura batte il tempo è una frase dal fascino magnetico. Prima incuriosisce, poi lascia addosso un leggero senso di inquietudine e di mistero. La cultura batte il tempo è la frase-totem, le cinque parole che Parma ha scelto come fil rouge per il suo ruolo di Capitale italiana della Cultura 2020.
Alle sorgenti dello slogan c’è un’affermazione di Sant’Agostino: «Cerchiamo di vivere bene i tempi, e i tempi saranno buoni. Perché noi siamo i tempi» diceva il grande filosofo. Se riempiamo il tempo di cultura, i tempi saranno sicuramente buoni. La cultura batte il tempo indica allora un nuovo modo di gestire la vita della città e dei suoi abitanti. Come? Attraverso la cultura che ritma, rinnova, riempie di contenuti il tempo dei quartieri nel rispetto della loro storia e delle loro specificità, rammenda le periferie, cerca di abbattere le barriere sociali.
Uno scenario affascinante, con molti rischi di rimanere sulla carta. Ma nel caso di Parma gli indizi convergono sul fatto che gli spazi di confronto e di dialogo sono reali, e che il tempo della città ha già iniziato a essere rigenerato attraverso la cultura, per una precisa scelta politica degli amministratori locali. Parma 2020 non è quindi un traguardo, è un fondamentale momento di passaggio, una tappa coerente e intermedia di un lungo percorso che guarda già molto più avanti, all’orizzonte del 2030. Le politiche di rigenerazione e riqualificazione urbana prevedono infatti il recupero di aree in abbandono che troveranno una nuova identità attraverso musica, arte, audiovisivo, cibo, nuove tecnologie.
La città regina dell’agroalimentare (qui, nel tempo, si è depositato il patrimonio più ricco di Dop e Igp, 1,5 miliardi di euro il valore della produzione), la Parma verdiana delle forti emozioni oggi è un laboratorio dinamico della cultura e dell’impresa creativa, che fa della cultura un fondamentale fattore di produzione. Un esempio a livello nazionale che apre periodicamente spazi di confronto per sottoporsi a verifiche. Tante tappe intermedie, che servono a dare il senso di un percorso reale già intrapreso e condiviso.
Rientra in questa cornice la seconda edizione dell’iniziativa Domenica live in Parma. Tre giorni di incontri in cui alcune firme della Domenica, l’inserto culturale del Sole 24 Ore, sono chiamate a dialogare con personalità del panorama culturale e imprenditoriale italiano. La rassegna, in programma dal 31 maggio al 2 giugno in piazza Garibaldi, quest’anno avrà come tema centrale il rapporto tra Cultura e Impresa declinato in vari ambiti: dalla letteratura all’arte, dall’industria al design, dalla moda al cinema, dalla musica alla spiritualità, fino all’economia. Questa edizione è realizzata con la partnership dell’Università di Parma e l’Istituto per i Valori d’Impresa, e grazie al contributo di «Gazzetta di Parma» e Ocme.
«Il mondo della cultura e il mondo dell’impresa - dice Michele Guerra, assessore alla Cultura del Comune di Parma - sono molto più vicini di quanto si tenda a pensare. E non soltanto perché in tempi recenti si è acuita l’attenzione attorno alle imprese culturali o perché le imprese si accorgono sempre più che l’investimento in cultura accresce e rafforza la propria brand identity. La vicinanza tra questi due mondi si misura oggi nei modi in cui si guarda ad una realtà complessa, che richiede l’integrazione di modelli interpretativi che possono scaturire da questo dialogo proficuo. Parma ha investito molte energie su questo ponte tra cultura e impresa e ci ha costruito il dossier con cui ha vinto il titolo di Capitale Italiana della Cultura per l’anno 2020. Spazi di discussione come quelli che caratterizzano l’edizione di quest’anno di Domenica Live in Parma sono decisivi per dare operatività a queste idee».
Già con la prima edizione del giugno 2018 Domenica live in Parma si è inserita con naturalezza nel solco di una realizzazione culturale condivisa con la città e con i suoi abitanti. Ospitata nella centralissima Piazza Garibaldi, a contatto diretto con i parmigiani e con i turisti, ha subito annullato eventuali barriere tipiche di un evento arroccato nel chiuso di un seminario o di un’aula universitaria.
Domenica live è uno degli strumenti con cui Parma ha iniziato a “battere il tempo”, a rigenerarlo e riempirlo di significati. I cittadini possono porre domande e ascoltare risposte, in maniera semplice e informale. Si parla di esperienze e di competenze che hanno idealmente sullo sfondo un’alleanza tra cultura scientifica, cultura umanistica e scienze sociali. Si parla di nuovi modelli culturali per rinnovare la produzione, i mestieri, le professioni, il rapporto con i mercati e con la politica. Si parla del futuro del “saper fare” in un approccio dialettico tra impresa e protagonisti del mondo culturale.
In piazza Garibaldi giornalisti, scrittori, registi, imprenditori, economisti, docenti universitari parleranno di impresa creativa, etica dello sviluppo, cinema, letteratura, biodiversità, filosofia, arti figurative. Ma in tempi di fibrillazioni politiche, di competenze sotto attacco, di pericoloso ritorno all’anti-intellettualismo, di emozioni che sembrano prevalere sui dati scientifici, Domenica live in Parma non potrà limitarsi a rafforzare la consapevolezza del valore che hanno lo scambio e la contaminazione di buone pratiche tra il mondo dell’industria e il comparto culturale. Sarà inevitabile allargare il discorso all’economia e alla politica, alle relazioni internazionali. Lo chiede la vocazione internazionale di Parma, laboratorio dinamico, città creativa Unesco per la gastronomia e la Food valley, calamita di investimenti hi-tech.
Domenica live in Parma andrà in scena in piazza Garibaldi mentre poco lontano, alla Pilotta, la Galleria Nazionale di Parma ospita la mostra La fortuna della Scapiliata di Leonardo da Vinci (18 maggio-12 agosto 2019). A 500 anni dalla morte del genio vinciano, accanto a quattro opere di Leonardo, sono in mostra opere di altissimo valore intorno alla affascinante Scapiliata, patrimonio del complesso monumentale della Pilotta. Nessuno, forse, è in grado di “battere il tempo” come Leonardo.
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