Guardate questo video girato in Olanda il 24 maggio a mezzanotte da un appassionato cacciatore di satelliti . Quei puntini luminosi che sembrano formare un trenino sono i 60 satelliti Starlink lanciati da Space X 20 ore prima e rilasciati in sequenza ad una altezza di 440 km. I puntini molto meno luminosi sono le stelle visibili ad occhio nudo.
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Il lancio, ed il successivo rilascio dei satelliti che devono fornire Internet a tutti, scavalcando i ripetitori, le fibre e tutte le infrastrutture che, in molte parti del mondo, limitano l'accesso alla rete, è stato salutato come un grande passo in avanti. Mi auguro che sia vero, ma, come astronoma, non posso fare a meno di notare che questi oggetti rappresentano stelle parassite tanto brillanti quanto la stella Polare. Splendono perché i loro pannelli solari riflettono la luce del Sole che i satelliti ricevono ancora quando sulla Terra il Sole è già tramontato ed è iniziata la notte. La situazione si ripete prima dell'alba quando i satelliti in orbita sono già illuminati al Sole, mentre al suolo è ancora buio. Attualmente, nelle orbite a varie altezze intorno alla Terra, si contano 4900 satelliti i cui pannelli solari riflettono la luce del Sole.
Immaginate di essere impegnati a fotografare un oggetto celeste che richiede pose lunghe, anche decine di minuti. Il passaggio di questi piccoli fari aggiungerà una bella strisciata luminosa alla vostra immagine. Gli astronomi sono abituati a gestire questa eventualità e a convivere con la strisciata, oppure a ripetere la posa nella speranza che non ci siano altri passaggi. È proprio questa speranza che potrebbe affievolirsi con la messa in orbita dei 12.000 satelliti ripetitori che comporranno la costellazione Starlink. Più satelliti significano più strisciate. A che pro costruire grandi e sensibili telescopi se i dati saranno rovinati da questi intrusi?
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Il lancio del primo gruppo di satelliti della costellazione Starlink non è certo una sorpresa, ma è stato vedendo il trenino
così luminoso che gli astronomi hanno apprezzato a fondo l'entità del problema che può solo peggiorare con il crescere del numero di satelliti.
Elon Musk ha subito fatto notare che l'effetto trenino è momentaneo. Ogni satellite ha un motore a ioni che verrà usato per alzare l'orbita a 550 km: l'allontanamento diminuirà la luminosità. Inoltre, l'operazione di riposizionamento disperderà i satelliti che non si presenteranno tutti insieme. Ha anche dichiarato che è possibile cambiare l'inclinazione dei pannelli solari per minimizzare la riflessione, diminuendo la brillantezza.
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Speriamo, tuttavia i numeri sono impressionanti e le stime non sono confortanti. Con le informazioni attualmente disponibili, si pensa che la metà delle immagini raccolte dai nostri telescopi potrebbe contenere
una strisciata. Inoltre, i punti luminosi in perenne movimento prodotti dai satelliti Starlink sarebbero molto più numerosi delle stelle
visibili a occhio nudo, alterando la visione del cielo che, non dimentichiamolo, è un patrimonio di tutta l'umanità.
Oltre a modificare l'aspetto del cielo visibile a occhio nudo, le emissioni radio dei satelliti Starlink rischiano di accecare i radiotelescopi costruiti nelle regioni meno abitate e più
“silenziose” del mondo. Come si possono rivelare i deboli segnali dei primi oggetti che si sono accesi nel nostro universo quando si viene sorvolati
da potenti ripetitori che operano a frequenze vicine?
Potranno essere spenti durante il sorvolo delle zone protette per evitare interferenze? Elon Musk assicura che il suo progetto di connettività globale non avrà impatti sull'astronomia. Vedremo.
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