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«American Animals», storia vera di una rapina incredibile

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«American Animals», storia vera di una rapina incredibile

Le storie vere sono ancora protagoniste sui nostri schermi: dopo «Rocketman» e «L'angelo del crimine», usciti la scorsa settimana, in questo weekend è il turno di «American Animals» di Bary Layton, ispirato a una rapina avvenuta alla Transylvania University di Lexington in Kentucky nel 2004.
Al centro della narrazione ci sono due studenti come tanti, che vogliono dare a tutti i costi una svolta alla propria vita. Per farlo sono decisi a tutto, anche a infrangere la legge: il loro obiettivo diventa un rarissimo libro antico che, malgrado l'enorme valore, viene custodito nella biblioteca universitaria senza particolari misure di sicurezza. Nel loro piano c'è anche l'idea di travestirsi da uomini anziani per destare meno sospetti.

Dopo il notevolissimo documentario «L'impostore» del 2012, il regista Bart Layton torna dietro la macchina da presa per un'altra storia vera, a dir poco incredibile: l'autore mescola la ricostruzione degli eventi con i suoi attori a interviste ai reali protagonisti della vicenda, toccando così nuovamente il linguaggio del documentario.
L'avvicendarsi delle due forme narrative è efficace e incisivo, capace di risultare coerente con la poetica del regista: «American Animals»riesce così anche a spiazzare lo spettatore, donandogli una narrazione originale, che interessa e incuriosisce dal primo all'ultimo minuto.
Lo stile è brillante, benché a tratti possa apparire ridondante nelle scelte registiche, e non mancano diverse citazioni alla storia del cinema che rendono il tutto più godibile: da «Rapina a mano armata» di Stanley Kubrick a «Le iene» di Quentin Tarantino, sono numerosi i lungometraggi a cui si fa riferimento nel corso della narrazione.
Da segnalare inoltre la buonissima e non facile prova dei due giovani protagonisti, Evan Peeters e Barry Keoghan.

X-Men Dark Phoenix

Del tutto deludente è invece «X-Men: Dark Phoenix» di Simon Kinberg.
Dodicesimo film dell'universo «X-Men» e sequel di «X-Men – Apocalisse» del 2016, il lungometraggio è incentrato prevalentemente su Jean Grey, i cui incredibili superpoteri provocheranno conseguenze inaspettate e pericolose anche per gli stessi mutanti.
Tra i prodotti più deboli tra tutti quelli tratti recentemente dai fumetti Marvel, è un film che perde presto di interesse, a causa di una narrazione poco appassionante e di effetti speciali non all'altezza dei principali prodotti del genere.
Simon Kinberg ha avuto un'importante carriera da produttore, ma è al suo primo film per il cinema da regista e si nota una scarsa esperienza nel gestire il ritmo dell'azione, i tempi di montaggio e in generale un'operazione tanto ambiziosa, ma poco appagante.
Anche il cast non aiuta ad alzare il livello di una visione che si dimentica molto presto dopo la fine dei titoli di coda.

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