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Andrea Camilleri ricoverato a Roma: «condizioni critiche ma…

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Andrea Camilleri ricoverato a Roma: «condizioni critiche ma stabili»

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Andrea Camilleri (Fotogramma)
Andrea Camilleri (Fotogramma)

Rimangono critiche ma stabili le condizioni dello scrittore Andrea Camilleri, ricoverato da ieri mattina all’ospedale Santo Spirito di Roma. Secondo il bollettino diffuso dai medici stamane: «Le condizioni sono stazionarie ma
permangono critiche. La prognosi è riservata. Il paziente è in assistenza con supporto respiratorio meccanico e farmacologico e sedazione farmacologica - ha spiegato Roberto Ricci, direttore del Dea dell’ospedale Santo Spirito -. Ovviamente non è cosciente. Sono in corso ulteriori accertamenti diagnostico-strumentali per guidare le scelte terapeutiche - ha aggiunto Ricci - I tempi di assistenza rianimatoria possono essere prolungati in questo tipo di patologia e il decorso clinico è condizionato dai parametri clinici e strumentali in continua rilevazione». La prognosi rimane riservata. Il prossimo bollettino medico della ASL Roma 1 è previsto per le ore 17.

Camilleri è stato trasportato nel nosocomio romano per un arresto cardiaco. Nella mattinata di ieri i medici avevano spiegato che Camilleri era «arrivato in ambulanza in condizioni critiche per problemi cardiorespiratori. È stato assistito dall’équipe dell'emergenza al Pronto Soccorso Santo Spirito e trasferito presso il Centro di Rianimazione dell'ospedale».

Con l’ultima sua creatura Il cuoco dell’Alcyon (Sellerio) Camilleri ha proprio in questi giorni scalato nuovamente le classifiche posizionandosi al primo posto. Nato a Porto Empedocle nel 1925 (la Vigata della finzione letteraria) , Andrea Camilleri comincia al lavorare come regista teatrale e sceneggiatore nel 1942.

Sette anni dopo nel 1949 viene ammesso all'Accademia di Arte drammatica Silvio d'Amico e lì si diploma nel 1952. Tra il 1945 e il 1950 pubblica racconti e poesie, vincendo anche il Premio Saint Vincent. Alcune sue poesie vengono pubblicate in un'antologia curata da Ungaretti.

Nel 1954 supera un concorso per funzionario ed entra così in Rai dove per tutti gli anni sessanta si occupa come delegato alla produzione di alcuni sceneggiati che fecero il successo della televisione in quegli anni da Le avventure di Laura Storm, con Lauretta Masiero, alle fiction con il tenente Sheridan, protagonista Ubaldo Lay (fra cui la miniserie La donna di quadri), ma anche Le inchieste del commissario Maigret, protagonista Gino Cervi.

L’esordio nella narrativa arriva solo nel 1978 e non fu un esordio facile: il primo romanzo La mano sugli occhi uscì infatti con un editore a pagamento, Un filo di fumo uscito nel 1980 per Garzanti e La strage dimenticata del 1984 con Sellerio non ebbero successo. Camilleri smise di pubblicare per una decina d’anni, riprese nel 1992 La stagione della caccia e nel 1993 La bolla di componenda, entrambe per Sellerio. Nel 1994 pubblica La forma dell'acqua, primo romanzo poliziesco con il commissario Montalbano e successivamente (1995) Il birraio di Preston. Da qui in avanti il successo sarà travolgente: i suoi libri, ristampati più volte, vendono mediamente intorno alle 60mila copie. Il commissario Montalbano diventa una fiction di straordinario successo che porta all’estero la notorietà di Camilleri. Da allora ogni sua uscita è un successo.

Camilleri ha venduto in Italia con Sellerio 25 milioni di copie e con i titoli Mondadori circa 6 milioni di copie. La serie del commissario Montalbano è stata tradotta in 31 lingue e diffusa in 28 paesi. La fiction con Luca Zingaretti è stata vista complessivamente da circa 1,2 miliardi di telespettatori. Sono stati realizzati 34 tv movie (tratti da 24 romanzi e 20 racconti) in onda in prima serata su Rai2 (dal 1999 al 2001) e su Rai1 (dal 2002 a oggi).

L'anno scorso Camilleri aveva fatto il suo ritorno in scena come attore, 70 anni dopo il suo esordio, incantando il Teatro Greco di Siracusa e il pubblico di Rai1 con le sue Conversazioni con Tiresia, l’indovino cieco del grande mito greco. «Chiamatemi Tiresia, sono qui per raccontarvi una storia più che secolare che ha avuto una tale quantità di trasformazioni da indurmi a voler mettere un punto fermo a questa interminabile deriva.... Voglio sgombrare una volta per tutte il campo da menzogne, illazioni, fantasie e congetture, ristabilendo i termini esatti della verità».

Lo scrittore ha scelto di tratteggiare questa figura anche perché negli ultimi anni è diventato lui stesso cieco. Così in quella occasione disse: «Ho trascorso questa mia vita ad inventarmi storie e personaggi. L’invenzione più felice è stata quella di un commissario conosciuto ormai nel mondo intero. Da quando Zeus, o chi ne fa le veci, ha deciso di togliermi di nuovo la vista, questa volta a novant'anni, ho sentito l'urgenza di riuscire a capire cosa sia l'eternità e solo venendo qui posso intuirla, solo su queste pietre eterne».

Conversazione Su Tiresia. Di e con Andrea Camilleri

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