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Questo articolo è stato pubblicato il 09 settembre 2010 alle ore 10:38.
L'Italia rischia di subire una contrazione del Pil su base annuale nel corso del terzo trimestre pari allo 0,3 per cento. Lo prevede l'Ocse, specificando che si tratta dell'unico valore negativo tra i paesi del G7 (anche se l'ente parigino si mantiene un margine di errore piuttosto ampio su queste previsioni, pari a un punto percentuale e mezzo). Oggi l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha rivisto al ribasso le sue stime sui Sette grandi, rilevando la possibilità di un rallentamento dell'economia più accentuato di quanto atteso in precedenza. Tornando all'Italia, fanalino di coda tra i G7, l'Ocse prevede un +0,1 per cento del Pil su base annua negli ultimi tre mesi dell'anno, mentre sull'insieme del G7 viene previsto un +1,4 per cento del Pil nel terzo trimestre e un +1 per cento nel quarto.
Per la Bce una ripresa moderata ma ancora incerta. Una ripresa «moderata ma inevitabilmente segnata da una perdurante incertezza». Così la situazione dell'economia della Ue nei prossimi mesi secondo la Banca centrale europea, che ha pubblicato oggi il suo bollettino mensile. I dati più recenti continuano, comunque, a «indicare una dinamica di fondo positiva della ripresa», anche se sulle prospettive dell'area euro pesano alcune incertezze collegate alla crescita di altre economie avanzate su scala mondiale. Il riferimento è soprattutto ai segnali di rallentamento dell'economia americana indicati dalla Fed soprattutto per quanto riguarda il secondo semestre dell'anno in corso, anche se per l'Eurotower «in prospettiva l'economia statunitense dovrebbe continuare a crescere a ritmi moderati».
Riforme per la rilanciare la produttività. Per i paesi che in passato hanno subìto una perdita di competitività, o che soffrono di disavanzi di bilancio o commerciali elevati, la Bce indica la strada di «profonde riforme tese a potenziare la crescita della produttività». Parlando del mercato del lavoro, la Banca centrale europea chiede che «il processo di contrattazione dei salari ne consenta il flessibile e appropriato adeguamento alle condizioni di disoccupazione e alle perdite di competitività». Il mercato del lavoro nell'area euro «non riesce a tenere il passo» della ripresa; nel complesso, tuttavia, «le aspettative per l'occupazione sono migliorate dai loro minimi, suggerendo che la disoccupazione non dovrebbe aumentare ulteriormente nei prossimi mesi» rispetto all'attuale 10%.