Il Sole 24 Ore
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Via libera Ue sull'ultimo miglio

Neelie Kroes



MILANO
Nuovo capitolo nella guerra sui rincari dell'unbundling, l'affitto che gli operatori alternativi pagano a Telecom per "passare" sulla sua rete. Gli aumenti decisi dall'Agcom sull'ultimo miglio sarebbero infatti «in linea con la metodologia di costo raccomandata dalla Commissione Ue e con le pratiche delle altre Autorità comunitarie». È quanto ha rilevato la commissaria europea alle telecomunicazioni e all'agenda digitale, Neelie Kroes, rispondendo all'interrogazione dell'eurodeputato Matteo Salvini (Lega Nord).
Per Bruxelles l'aumento previsto dall'Agcom «seguirebbe la prassi di altre autorità di regolamentazione nel settore delle telecomunicazioni in Europa e sarebbe in linea con la vigente base di costo per la contabilità dei costi sostenuta dalla Commissione», si legge nella risposta della Kroes. La Commissione europea rileva inoltre che i prezzi dell'unbundling «non sono determinati unicamente dalla metodologia ma anche da parametri tecnici legati alla topologia della rete di un dato paese comunitario».
In Italia l'aumento dei costi dell'ultimo miglio ha scatenato una vera e propria rivolta da parte degli operatori alternativi, che hanno a più riprese accusato l'Agcom di aver ceduto a Telecom Italia, anche se in realtà gli aumenti concessi risultano molto calmierati rispetto alle richieste iniziali del gruppo guidato da Franco Bernabè. La tesi degli operatori alternativi è questa: aumentare la redditività del rame è antieconomico perché disincentiva gli investimenti in fibra, anche se l'ultima mossa di Telecom sembrerebbe dimostrare il contrario: fibra ottica e internet a 100 mega in sei città italiane già entro la fine dell'anno e 30 città cablate entro il 2013 (anche Fastweb offre già i 100 mega in sette città).
Totalmente discordanti le cifre che riguardano l'impatto complessivo della manovra di rincaro dell'unbundling. Da un lato sempre i concorrenti di Telecom, che parlano addirittura di un costo complessivo fino al 2015 di 1,1 miliardi di euro. Dall'altro l'Agcom, che calcola l'impatto in 70 milioni di euro. «La cifra di 1,1 miliardi è completamente priva di qualsiasi fondamento – ha sostenuto l'Authority nei giorni scorsi – in primis perché l'ipotesi di adeguamento dei canoni è stata deliberata dall'autorità in doverosa applicazione del modello di costi raccomandato dalla commissione europea e poi perché la manovra si riferisce a un arco temporale di tre anni (2010-2012) e non al periodo retroattivo e ultrattivo assunto dagli operatori alternativi (2009-2015)». Senza contare che, continua l'Agcom, «dopo il 2012 i livelli di prezzo saranno soggetti a una nuova analisi di mercato, all'esito della quale verrà effettuata ogni valutazione del caso».
Intanto sui costi dell'ultimo miglio si è mosso in queste settimane anche il mondo della politica, con una raffica di interrogazioni, tra le quali proprio quella di Salvini. Interpellati sul pronunciamento della Kroes, a caldo alcuni operatori alternativi fanno sapere che «la commissaria Kroes ha semplicemente sviluppato un'analisi generica senza entrare nel merito tecnico dell'approccio seguito dall'Agcom e qualsiasi tentativo di far passare questo discorso come un via libera preventivo sarebbe fuorviante».
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