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Questo articolo è stato pubblicato il 27 gennaio 2011 alle ore 06:40.
BRUXELLES. Dal nostro inviato
Oggi partirà da Bruxelles la lettera di messa in mora dell'Italia, che avrà due mesi per rispondere. Il motivo? Gli accordi stipulati con la Russia per il sorvolo della Siberia, che prevedono anche il pagamento di una "tassa" speciale. Il che non solo rende i voli più costosi per molte rotte verso l'Asia ma crea distorsioni di concorrenza tra le compagnie aeree europee e quelle dei paesi terzi.
Insieme all'Italia nel mirino di Bruxelles ci sono anche Belgio, Olanda, Lussemburgo, Gran Bretagna e Svezia. Nell'ottobre scorso sono state oggetto di analoga procedura Germania, Francia e Austria. Entro aprile il commissario Ue ai Trasporti Siim Kallas prevede di mettere sotto inchiesta tutti i 27 paesi dell'Unione, in quanto tutti hanno accordi bilaterali di questo tipo con Mosca.
Secondo Bruxelles gli accordi sul trasporto aereo devono garantire a tutti i vettori comunitari parità di trattamento e rispetto della legislazione anti-trust. In caso contrario si crea concorrenza sleale sul mercato unico europeo. Per questa ragione la Commissione ritiene che tutti gli accordi bilaterali tra un paese membro e uno terzo devono includere la cosiddetta "clausola di designazione Ue", in breve la garanzia che i termini dell'accordo bilaterale siano applicati anche a tutti gli altri paesi dell'Unione.
Nella sentenza "Open Skies" del 2002 la Corte di Giustizia Ue ha sposato la tesi di Bruxelles. Da allora tutte le intese bilaterali con paesi terzi sono state messe in linea con la giurisprudenza europea. Tutte tranne quelle con la Russia. La quale non solo continua ad esigere il balzello per volare sopra la Siberia - nel 2008 ha reso 420 milioni di dollari, quasi tutti incassati da Aeroflot - ma stipula accordi diversi con i diversi paesi Ue, creando così un'ulteriore distorsione "interna" all'Unione.
Non è chiaro fino a che punto Mosca sia disposta a trattare. Di certo i proventi della tassa siberiana contribuiscono a tenere in vita Aeroflot sfalsando la concorrenza con le compagnie europee visto che oggi il vettore russo dispone di una flotta più moderna e sicura rispetto a 15 anni fa. Non solo. Oggi si può andare in Asia via Dubai, passando per il Golfo ed evitando Mosca. Insomma, in un modo o nell'altro, le compagnie Ue si ritrovano a fare i conti con inaccettabili svantaggi competitivi. La Commissione Ue cerca ora di porvi rimedio. Con quanto successo si vedrà nei prossimi mesi.