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Questo articolo è stato pubblicato il 24 febbraio 2011 alle ore 08:11.

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20 aprile 2009. La vita universitaria ricomincia subito con le prime lauree20 aprile 2009. La vita universitaria ricomincia subito con le prime lauree

Vita dura per gli aquilani, vita triste per gli studenti. Che spesso preferiscono farsi due ore di autobus al giorno piuttosto che abitare in città. «Si vive troppo alla giornata, e non si ha il coraggio di pensare all'Aquila del futuro», dice ancora il rettore. Che vede la sua università schiacciata: dagli scontri politici, dai tempi incerti, dai fondi che non arrivano o sono vincolati a opere non sempre prioritarie.

Un problema enorme, quello delle strutture. Perché senza i contenitori è difficile iniziare a pensare al contenuto. Compreso tutto ciò che sta germogliando dalle macerie di un territorio cresciuto per mezzo secolo a pane e università. «Non ci crederà, ma in questi ultimi due anni abbiamo avuto un'accelerazione dei brevetti depositati», racconta Marcello Alecci, docente di fisica e coordinatore del trasferimento tecnologico dell'ateneo: in portafoglio oggi ce ne sono 23, ma di questi sei sono stati depositati dopo il terremoto.

Non solo: «I nostri nove spin-off godono di buona salute, e quest'anno finalmente siamo riusciti a organizzare di nuovo una business plan competition: abbiamo raccolto 14 idee di impresa, e alcune erano davvero interessanti», aggiunge Alecci. Segnali di fermento, tutt'altro che scontati per un'università che in due anni ha perso 150 studenti di biotecnologie, 300 di scienze e 500 di ingegneria. Come consolidarli? Avviando i 50 laboratori previsti dal protocollo d'intesa con cui Eni si è impegnata a investire 20 milioni, per esempio, o più semplicemente «con un incubatore», sospira Alecci. E qui una possibilità c'è: 2.500 metri quadrati ricavati nell'ex Italtel, da poco a disposizione di comune e provincia.

Se si farà l'incubatore, la fondazione Carispaq si è dichiarata disponibile a gestirlo (e a finanziarne una parte), ma servono altri fondi, e nuove start-up. Aquilane, certo, ma non solo: «Siamo eccellenti in più campi, e queste eccellenze possono renderci un territorio capace di attrarre persone e idee, anche dall'estero», dice la preside della facoltà di Scienze, Paola Inverardi. Un sogno? Non è detto. Grazie a un accordo tra l'incubatore padovano M31 e due Sgr (Fondamenta e Vertis), proprio in questi giorni è partito un bando per l'insediamento di nuove imprese innovative all'Aquila: sul piatto c'è un finanziamento fino a 10 milioni da parte dei due fondi, chi è interessato ha tempo di farsi avanti fino al 31 maggio: «Sono ottimista, spero che con questa iniziativa possa partire una nuova fase», confida Inverardi. La ricostruzione, in fondo, passa anche di qui.
marco.ferrando@ilsole24ore.com

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