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Questo articolo è stato pubblicato il 02 marzo 2011 alle ore 08:03.

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L'enigma del prezzo della benzina (Ansa)L'enigma del prezzo della benzina (Ansa)

...la liquidità di Bernanke e la finanziarizzazione del barile...
Già garantirli. L'obiettivo non è facile. Soprattuto col costo del denaro pari a zero e a fronte di quell'eccesso di liquidità, voluta dalla Fed, sempre in caccia di maggiore remunerazione. «Un più alto ritorno - dice Sergio Pigoli, consulente indipendente- che viene trovato nelle commodity, petrolio compreso. È il modo attraverso cui Ben Bernanke, ben consapevole di come le materie prime siano ormai anche e soprattutto degli asset finanziari, tenta di scaricare parte dell'effetto inflattivo della sua politica ultra-espansiva». Certo, la conseguenza sulla bolletta energetica si fa sentire ma la scommessa è proprio quella: giocare sul filo del rasoio tra inflazione e spinta all'economia.

...e i profitti delle compagnie petrolifere
Infine, last but not least, «nella differenza tra il Platts calcolato sui costi industriali - dice Tabarelli - e quello reale c'è anche la remunerazione dell'attività mineraria delle compagnie petrolifere, che può valere tra i 3-4 centesimi al litro».

Un margine che i petrolieri non considerano elevato: «Il prezzo della benzina non può direttamente collegarsi a quello del petrolio, che va raffinato e poi distribuito con tutti i costi industriali associati - ribatte De Vita-. Sicuramente c'è un "eccesso" di margine per i paesi produttori. Per chi distribuisce invece il margine non arriva all'1% del prezzo finale, uno dei più bassi tra attività industriali così complesse». Le associazioni dei consumatori, su questo punto, non sono daccordo: ma è noto, la querelle non si esaurirà certamente con un semplice articolo come questo.

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