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Questo articolo è stato pubblicato il 07 marzo 2011 alle ore 06:38.

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La classificazione dei rischi della galassia del credito cooperativo, afferma il direttore generale di Federcasse, Sergio Gatti, «punta a evitare la spersonalizzazione del processo del credito, soprattutto per le Pmi ed è fondato su una profonda conoscenza delle strutture socio-economiche locali e sull'intensità delle relazioni con la clientela».
Le imprese riconoscono gli sforzi del sistema bancario e si interrogano sulla necessità di un nuovo linguaggio tra i due attori in scena. «Il contesto economico attuale – spiega il presidente di Assolombarda, Alberto Meomartini – rende indispensabile un atteggiamento particolarmente attento alla selezione del credito, ma questa selezione dev'essere intelligente». Il mondo imprenditoriale, prosegue il presidente di Assolombarda, «talvolta soffre di rapporti discontinui con il settore bancario: serve un linguaggio comune e una buona dose di elasticità». Negli ultimi due anni a livello nazionale, così come in Lombardia, sono stati fatti «importanti passi avanti per ridurre le asimmetrie tra i due mondi e uniformare il linguaggio». Tra questi, Meomartini cita lo sportello "Più trasparenza e più fiducia" creato da Assolombarda per aiutare le Pmi a presentarsi in modo diverso davanti alle banche sottolineando gli aspetti qualitativi dell'impresa. «È un percorso continuativo – precisa – che non si esaurisce qui ed è fortemente ancorato al territorio».
I lavori sono in corso, dunque, ma per gli esperti che seguono da vicino il mondo dei "piccoli" serve uno slancio aggiuntivo. Per Stefano Manzocchi, direttore della Luiss Lab of European Economics, «la tendenza in atto è un segnale importante, ma al di là delle dichiarazioni d'intenti le banche devono dimostrare che vogliono davvero "sporcarsi le mani" con le Pmi. Devono saper valutare meglio i progetti dei "piccoli" lungo due direttrici: il capitale umano e la gestione da un lato e i mercati di riferimento dall'altro». Per farlo è però necessario un salto culturale, conclude Paolo Preti, docente di organizzazione delle Pmi all'Università Bocconi di Milano: «Il rapporto personale tra banca e impresa non deve essere limitato alle senzazioni e alle intuizioni, non servono burocrati, ma operatori dotati di cultura imprenditoriale che sappiano valutare l'impresa al di là dei numeri».
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Il confronto
GIUDIZIO PIÙ SEVERO
Percentuale di imprese che con il nuovo modello di valutazione ha registrato un peggiormanento del merito di credito
UPGRADING
Percentuale di imprese che con il nuovo metodo di valutazione hanno registrato risultati migliori rispetto al rating tradizionale
GIUDIZIO INVARIATO
Percentuale di imprese che hanno registrato lo stesso giudizio sul merito di credito con il rating tradizionale e il nuovo modello
Nel 27% dei casi il modello di valutazione basato sui progetti futuri e l'analisi dei rischi potenziali i risultati sono stati peggiori delle valutazioni espresse dal rating.
Esiste un perimetro caratterizzato dalla possibilità di sofferenze che con l'analisi del rating non si riesce a determinare.

Nel 17% dei casi il modello di valutazione basato sui progetti futuri e l'analisi dei rischi potenziali i risultati sono stati migliori delle valutazioni espresse dal rating. Potrebbero essersi verificati alcuni fenomeni che il bilancio non ha ancora registrato e che hanno migliorato la capacità dell'azienda di far fronte ai rischi

Se si applica un nuovo modello
di valutazione basato sui
progetti futuri dell'azienda
e sull'individuazione
dei potenziali rischi e delle variabili, nel 56% dei casi il giudizio
coincide con quello ottenuto attraverso la valutazione
espressa dal rating
01 | IL RATING
Il rating è un indicatore sintetico del rischio in un intervallo di tempo definito ed è determinato da un modello di valutazione. Serve a verificare la capacità di un'azienda di generare risorse adeguate a soddisfare il servizio di debito e le modalità con cui vengono generate. Per la formulazione vengono esaminate la redditività, la sostenibilità economica del debito finanziario e la gestione del circolante. Viene periodicamente controllato e aggiornato (almeno una volta all'anno).
Il sistema di determinazione del rating si articola nei seguenti moduli:
- quantitativo: dati di bilancio, dati provenienti dalla centrale di rischio e comportamentali interni
- questionario qualitativo: rischi di business, settore e posizionamento, il settore, il management ed il gruppo
- giudizio del gestore
02 | I NUOVI MODELLI
I nuovi modelli in discussione o già attuati puntano ad attribuire un maggiore peso alla componente qualitativa del rating, al rapporto personale tra banca e impresa o a focalizzarsi maggiormente sulla valutazione dei progetti dell'azienda e sul possibile impatto sul business
Come cambia il giudizio sul merito di credito delle Pmi se viene effettuata la valutazione tradizionale basata sul rating tradizionale o se viene utilizzato un nuovo modello basato sui progetti e sullo sviluppo futuro dell'impresa

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