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Questo articolo è stato pubblicato il 01 aprile 2011 alle ore 08:07.

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Intervista a Marcegaglia: Crescita, mercato, merito. Le priorità dell'economia sono quelle del PaeseIntervista a Marcegaglia: Crescita, mercato, merito. Le priorità dell'economia sono quelle del Paese

La necessità di aumentare la competitività globale ha creato un terremoto anche nelle relazioni industriali come insegna il caso Fiat..
Non parlerei di terremoto. I casi di Mirafiori e Pomigliano sono stati positivi. Non vale però il detto che ciò che va bene alla Fiat va bene per tutti. Le richieste della Fiat hanno contribuito a creare la consapevolezza che il sistema contrattuale deve fornire, attraverso una forte flessibilità interna, scelte diverse a seconda della tipologia di impresa. Con la riforma del 2009 abbiamo stabilito che aumenta il peso dei contratti aziendali e ciò è bene. Ora i nuovi contratti nazionali dovranno recepire al meglio quelle indicazioni.

Insomma, il modello tedesco dell'opting out, vale a dire della scelta tra accordi nazionali o aziendali, deve diventare la regola abituale?
Penso che debba diventare la regola scegliere il contratto migliore per la propria realtà e credo che la via più efficiente sia quella delle deroghe ai contratti nazionali. Del resto proprio in Germania solo il 7% delle aziende sceglie di utilizzare i contratti aziendali al posto di quelli nazionali, mentre oltre il 50% applica le deroghe previste dagli stessi contratti di settore.

Il caso Fiat ha posto soprattutto la questione della governabilità degli stabilimenti.
È il tema, ci stiamo lavorando. Coinvolge la grande questione della rappresentanza e della esigibilità di quanto pattuito. Ne stiamo parlando anche con i sindacati: non è ancora chiaro se, ad esempio, sia necessaria una nuova legge o sia sufficiente un accordo interconfederale.

Passiamo ai temi delle Assise. Il primo è: sbloccare la crescita. Come si fa?
La crescita è un valore economico ma anche sociale e civile e va proposto con la logica delle azioni di medio termine e della sostenibilità. Conta la dimensione d'impresa: se non sei sufficientemente grande riesci con più difficoltà a stare su mercati grandi. Conta, quindi, la capitalizzazione e le azioni necessarie per renderla possibile. È chiaro che serve anche una riforma fiscale a vasto raggio: è un'azione cruciale e indispensabile per un paese dove la pressione fiscale sugli onesti è salita al 51,4% e quella sulle imprese supera di gran lunga quella presente nei paesi competitori. Poi bisogna togliere il vincolo di una burocrazia soffocante non solo in fase di avvio ma anche in fase di crescita dell'impresa.

Anche le imprese, tuttavia, devono fare un lavoro su se stesse.
Certo, e lo stiamo facendo. Ad esempio è risultata molto efficace l'azione per creazione delle reti d'impresa. Ne abbiamo create già 33 su progetti tematici (ad esempio, la messa a punto di ricerche su nuovi materiali, la creazione di canali distributivi unici all'estero, la definizione di progetti di ricerca con grandi università) e hanno avuto un grande successo: ora ne sono in cantiere altre 20.

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