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Questo articolo è stato pubblicato il 01 aprile 2011 alle ore 19:39.

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Idealmente, un’emissione aggiuntiva di DSP dovrebbe essere accompagnata da altre misure che aumentino la loro efficacia. Ad esempio, i DSP inutilizzati dai paesi potrebbero essere conservati dall’FMI come depositi da utilizzare per finanziare i programmi di prestito. Questo sarebbe il primo passo verso il processo di integrazione delle risorse generali e dei conti DSP in un unico conto FMI allo scopo di rafforzare il ruolo dei DSP nelle transazioni dell’FMI affinché diventi il principale, o persino l’unico, meccanismo di finanziamento dell’FMI stesso. Nel corso di una crisi dichiarata i prestiti dell’FMI dovrebbero provenire interamente da nuove emissioni di DSP in quantità illimitate.

Si potrebbe creare un gruppo di lavoro per studiare altre riforme che potrebbero promuovere ancor di più la stabilità finanziaria globale e porsi nuovi obiettivi economici e finanziari a livello globale. Ad esempio, dei sistemi alternativi di stanziamento dei DSP, con una proporzione maggiore di DSP elargita ai paesi che chiedono espressamente delle riserve (in particolar modo i paesi in via di sviluppo), potrebbero contribuire alla crescita e alla stabilità globale. Un vantaggio di questa proposta è che non pregiudicherebbe i risultati del gruppo di lavoro su riforme più ampie, come la distribuzione delle formule dei DSP. Pur contribuendo alla stabilità globale, l’emissione di nuovi DSP non modificherebbe in alcun modo le disposizioni monetarie vigenti.

Noi suggeriamo che questa proposta venga discussa ai prossimi incontri del G-20.

Il G-20 ha dimostrato la sua efficacia nella risposta alla crisi del 2008. La questione oggi è se, una volta passata la crisi e ristabilitesi le differenze di prospettiva e circostanza dei vari paesi, il G-20 sarà ancora in grado di dimostrare la leadership di cui il mondo ha bisogno nell’affrontare i problemi critici ancora in atto. Un’eventuale inazione rischierebbe di alimentare un sentimento di disillusione. La nostra proposta riaffermerebbe la continuità della leadership del G-20 nell’assicurare una maggior stabilità ed una crescita sostenibile all’interno dell’economia mondiale.


Jean-Paul Fitoussi, Sciences Po e Università Luiss; Haihong Gao, Accademia cinese delle scienze sociali; Stephany Griffith-Jones, Initiative for Policy Dialogue, Columbia University; Yiping Huang, Peking University; Peter Kenen, Princeton University; Jing Li, Università di economia e commercio di capitale, Pechino; Jose Antonio Ocampo, Columbia University, ex Ministro delle finanze della Colombia; Yaga Venugopal Reddy, ex Governatore della Banca di riserva indiana; Joseph Stiglitz, Premio Nobel in economia (2001), Columbia University; Ulrich Volz, Istituto di sviluppo tedesco; Robert Wade, London School of Economics; Benhua Wei, ex direttore cinese dell’FMI, Vice governatore del SAFE; John Williamson, Istituto di economia internazionale Peterson, Washington; Wing Thye Woo, Università della California a Davis, Geng Xiao, Direttore, Columbia Global Center for East Asia; Yu Yongding, Accademia cinese delle scienze sociali; Liqing Zhang, Preside, Scuola di finanza, Università centrale di economia e finanza, Andong Zhu, Tsinghua University.

Copyright: Project Syndicate, 2011.www.project-syndicate.orgTraduzione di Marzia Pecorari

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