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Questo articolo è stato pubblicato il 26 agosto 2011 alle ore 08:32.
L'ultima modifica è del 26 agosto 2011 alle ore 07:49.

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Se fosse un'impresa privata, gli amministratori dell'EuroUnion sarebbero accusati di falso in bilancio perché hanno sopravvalutato l'attivo. Se poi il prezzo dell'oro dovesse scendere, come già avvenuto da quando Romano Alberto fece la sua proposta, la società sarebbe insolvente e gli amministratori finirebbero in galera per bancarotta fraudolenta.

In ogni caso sarà difficile trovare acquirenti per l'Eub, e non certo al tasso del 3% in cui spera Romano Alberto. Sappiamo già infatti che l'Eub non potrà avere la tripla A, in quanto le garanzie versate da Klaus (l'unico con una tripla A) sono di gran lunga inferiori all'ammontare totale del debito emesso dalla EuroUnion. E le garanzie reali sono sopravvalutate. La famiglia di Klaus, comprensibilmente, non è contenta.

Il problema di fondo è che Dimitrios è insolvente; perché Klaus dovrebbe ripagare tutti i 3mila euro di Eub emessi, inclusa la parte utilizzata per comprare il debito di Dimitrios? È vero che bisogna aiutare i fratelli nel bisogno, ma non bisogna prima pensare ai propri figli? Ancora una volta, la moglie e i figli di Klaus sono molto scontenti.

Ma come, dice Romano Alberto, non basta la garanzia, cioè il patrimonio versato, per rassicurare il mercato? Il fatto è che Dimitrios è veramente sull'orlo della bancarotta. A tal punto che, quando qualche tempo fa si era rivolto a un amico finlandese, questi aveva preteso una garanzia cash (!) di 49 euro per prestargli 50 euro. I 100 euro versati da Dimitrios nella EuroUnion (peraltro a prezzi gonfiati rispetto a quelli realizzabili sul mercato) sono quindi chiaramente una garanzia insufficiente a coprire anche solo i 250 euro della sua quota "virtuale" nel debt buyback di EuroUnion.

Nonostante tutto, la EuroUnion va avanti. Il suo intervento massiccio, però, ha aumentato la domanda dei due bond, per cui il valore di mercato del debito totale dei due fratelli è salito da 8.500 a 10mila euro. Alla fine, non un grande affare, tranne per le banche che detengono questo debito.

Un programma di intervento deve avere chiaro qual è il problema che si vuole risolvere. La proposta di Romano Prodi e Alberto Quadrio Curzio sembra suggerire che l'unico problema è un'errata valutazione dei mercati, che sottovalutano i titoli pubblici dei Paesi periferici e il valore delle loro aziende (ma non sopravvalutano il valore dell'oro). Attraverso una sofisticata ingegneria finanziaria, che ricorda quelle usata dalle banche di investimento americane prima della crisi del 2008, Prodi e Quadrio Curzio cercano di ingannare i mercati e risolvere questa sottovalutazione. Noi pensiamo che il problema sia più profondo. Da un anno a questa parte andiamo dicendo che la Grecia è insolvente (e che l'Italia è a rischio). Se un Paese è insolvente, per definizione non è in grado di pagare tutti i debiti. Ci sono quindi solo due possibili esiti. O i creditori del Paese accettano una riduzione del debito, oppure interviene la Germania a pagare una parte dei debiti. Tertium non datur. Nessuna alchimia finanziaria potrà mai evitare questa scelta, per quanto scomoda e dolorosa.

roberto.perotti@unibocconi.it

luigi.zingales@chicagobooth.edu

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