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Questo articolo è stato pubblicato il 21 ottobre 2011 alle ore 19:41.

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Un altro ostacolo è rappresentato dal dominio delle grandi banche. Le quattro banche più grandi della Cina detengono il 60% del credito bancario complessivo del paese. Anche se il settore bancario statunitense presenta una concentrazione simile, detiene un numero molto maggiore di istituzioni finanziarie –approssimativamente 18 mila banche commerciali, associazioni di risparmio e locali, casse mute di risparmio, cooperative di credito, rispetto alla Cina con solo circa 400 banche commerciali e 3000 cooperative di credito rurali e banche municipali. Ciò significa che in media le banche in Cina sono più grandi di quelle americane, soprattutto se si considera la differenza delle dimensioni dei PIL dei due paesi.

Le grandi banche tendono a concedere prestiti alle imprese di grandi dimensioni per risparmiare sui costi. Questa propensione è attenuata nei paesi ad economia avanzata da varie forme di finanziamento flessibile offerte dalle grandi banche. Per esempio, una piccola impresa con un passato creditizio rispettabile può accedere al prestito di somme ingenti con una carta di credito. Questo manca in Cina.

Alla fine, è la paralisi del sistema finanziario che crea un divario tra il grande surplus di capitale cinese ed il sistema di finanziamento formale per la PMI del paese. Di sicuro, in alcune zone della Cina meridionale, il settore finanziario informale sta crescendo tanto da raggiungere le dimensioni di quello formale.

Dal punto di vista dei risparmiatori che partecipano al settore informale è una scelta razionale. I tassi di interesse delle banche sul risparmio sono più bassi del tasso di inflazione –e molto più bassi dei tassi promessi dal settore informale. I tassi di fallimento nel settore informale sono alti, e i creditori possono scomparire con i soldi dei risparmiatori, come accaduto a Wenzhou. Ma a parte questi rischi, investire sul mercato informale può ancora essere una scelta più vantaggiosa che tenere il proprio denaro in banca.

I dati degli ultimi 20 anni mostrano che le autorità finanziarie e bancarie cinesi hanno l’abitudine di adottare un approccio da struzzo nei confronti del settore finanziario informale, facendo finta di tenere sotto controllo il settore fino a quando non emergono seri problemi. Questo approccio non può durare per sempre, e cambiare significa riconoscere l’arretratezza del settore finanziario formale ed intraprendere azioni correttive.

Un passo immediato che le autorità dovrebbero fare, come molti economisti hanno sostenuto per anni, è quello di consentire che il tasso di risparmio rifletta i costi di investimento. In questo modo, i risparmiatori normali tornerebbero a depositare i loro risparmi nelle banche, perché il settore finanziario formale offrirebbe loro un modo per cogliere i vantaggi offerti dalla fenomenale crescita della Cina. Con un maggior numero di depositi a disposizione ed una più flessibile politica dei tassi di interesse, le banche sarebbero in grado di fissare più facilmente un prezzo coerente con i rischi e quindi di concedere più prestiti alle PMI.
Yang Yao è direttore del Centro cinese per la Ricerca Economica presso l’Università di Pechino.
Copyright: Project Syndicate, 2011.www.project-syndicate.orgTradotto dall’Inglese da Roberta Ziparo

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