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Questo articolo è stato pubblicato il 19 dicembre 2011 alle ore 06:38.

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L'Evca applaude alle nuove regole e ai suoi potenziali effetti positivi per le Pmi europee. «È ora essenziale – sottolinea il presidente dell'Associazione, Karsten Langer – che Europarlamento e Consiglio Ue nel loro iter di approvazione assicurino il rispetto di tutti i requisiti necessari per il passaporto europeo e che diano un via libera rapido alla nuove misure».
L'iniziativa di Bruxelles incassa anche la promozione degli operatori italiani. «Una volta entrato in vigore – afferma Anna Gervasoni, direttore generale dell'Aifi, l'Associazione italiana del private equity e del venture capital – il regolamento semplificherà la vita degli operatori, stimolerà la convergenza degli strumenti giuridici e contribuirà a creare filiere transnazionali. Ora manca un ultimo tassello per completare il puzzle della creazione di un vero mercato unico del capitale di rischio: l'omogeneità di trattamento fiscale per evitare la doppia imposizione dei fondi che operano in più Paesi». Lo strumento del venture capital, avverte però Gervasoni, «può essere per alcune imprese un canale per ottenere finanziamenti alternativo rispetto a quello bancario, ma non è per tutti: occorre un progetto di sviluppo ben definito, un piano industriale solido, un management team capace di fare gioco di squadra».
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Europa divisa
LA FOTOGRAFIA DEL MERCATO EUROPEO SCATTATA DA EVCA E COMMISSIONE UE
LA PLATEA
Sono le imprese create e sostenute con il venture capital nella fase di start up nel 2010 in Europa,
il 13% in meno rispetto al 2007. In testa c'è
la Germania con 947 Pmi che ne hanno beneficiato
IL CAPITALE DI RISCHIO
È il capitale di rischio investito nelle imprese europee nelle prime fasi di vita nel 2010, in calo del 41% rispetto al 2007, a causa della crisi ma anche
della frammentazione delle regole tra i vari Paesi

GLI OPERATORI
Sono i fondi specializzati in Europa, ancora troppo pochi secondo la Commissione Ue. La Gran Bretagna, in base ai dati dell'Evca, è al primo posto con 129 fondi, seguita da Germania (124) e Svezia (68). In Italia sono solo 13

LA RACCOLTA TRANSFRONTALIERA
È la percentuale di raccolta di capitali effettuata oltre
i confini nazionali. Un livello che la Commissione Ue punta a innalzare con la proposta di regolamento
ora al vaglio di Europarlamento e Consiglio europeo
LE NOVITÀ
I REQUISITI RICHIESTI
Tutti i gestori di fondi di capitale di rischio che rispondono a determinati requisiti comuni nei 27 Paesi dell'Unione europea hanno diritto a un passaporto europeo di commercializzazione, che consente di accedere a tutti gli investitori idonei all'interno della Ue. Quando il regolamento entrerà in vigore, i fondi di venture capital disporranno di un quadro normativo su misura e non verranno più coperti dalla direttiva sui gestori di fondi di investimento alternativi (Aifm), più orientata agli hedge fund e al private equity. Un fondo di capitale di rischio europeo deve rispettare i seguenti requisiti: investire il 70% del capitale impegnato dai propri finanziatori nelle Pmi; fornire capitale fresco a queste Pmi; non ricorrere all'indebitamento; rispettare norme uniformi e standard di qualità

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