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Questo articolo è stato pubblicato il 30 gennaio 2012 alle ore 18:11.

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Ma, a differenza del CNY, quello del CNH è un mercato libero. Date le aspettative di rivalutazione del RMB e di un positivo tasso di interesse differenziale tra la Cina continentale ed Hong Kong, il RMB aveva un valore più alto in dollari sul mercato del CNH piuttosto che su quello del CNY. Tale differenza ha portato ad arbitraggio attivo sul tasso di cambio da parte degli importatori continentali e delle imprese multinazionali –una forma di flusso di capitali da Hong Kong verso il continente. In modo corrispondente, sono aumentate le passività in RMB a carico di della Cina continentale e delle multinazionali, così come sono cresciute le posizioni attive in RMB dei residenti ad Hong Kong.

L’arbitraggio sul taso di cambio per gli importatori continentali e le multinazionali crea una pressione verso l’alto sul mercato del CNY ed una pressione verso il basso su quello del CNH. In un’economia con interesse e tassi di cambio flessibili, l’arbitraggio elimina rapidamente il differenziale del tasso di cambio. Ma, dato che il tasso di cambio e l’interesse in Cina non sono flessibili, persiste il differenziale tra CNY e CNH, e gli arbitraggisti sono in grado di raccogliere grossi profitti a spese dell’economia.

Lo scorso settembre, tuttavia, le condizioni finanziarie sono improvvisamente cambiate ad Hong Kong. La carenza di liquidità causata dalla crisi europea del debito sovrano ha portato le banche dei paesi sviluppati –in particolare le banche europee con esposizione ad Hong Kong – al ritiro dei propri fondi, portandosi via anche i dollari. Come conseguenza, il CNH si è svalutato rispetto al dollaro. In quel momento, la carenza di dollari non aveva ancora colpito lo CNY, che restava relativamente stabile.

Lo CNH quindi è diventato meno caro del CNY. Di conseguenza, gli importatori continentali e le multinazionali hanno smesso di comprare dollari dal mercato del CNH e sono tornati a quello del CNY. Contemporaneamente, gli esportatori continentali hanno smesso di vendere dollari sul mercato del CNY e sono tornati a quello del CNH.

La carenza di dollari ha creato pressioni verso la svalutazione del CNY, che la PBoC ha rifiutato di bilanciare. Il CNY era dunque destinato a cadere, cosa che ha fatto lo scorso settembre.

Il ribaltamento dell’arbitraggio ha comportato la fuoriuscita di capitali dalla Cina continentale. In modo corrispondente, sono diminuite le passività in RMB detenute da investitori continentali e multinazionali, così come le posizioni attive in Hong Kong. Infatti, gli aumenti dei costi finanziari e delle incertezze riguardo alla rivalutazione del RNB ha portato ad una svendita parziale dei patrimoni in RMB da parte dei residenti ad Hong Kong.

In breve, poiché il Trattato RTSS ha reso i movimenti transfrontalieri di capitali molto più semplici, i flussi a breve termine sono diventati un fattore prioritario nel determinare il tasso di cambio del RMB. Gli shock esterni hanno influenzato prima il tasso di cambio off-shore, per poi ripercuotersi sul tasso di cambio on-shore.

Il RMB continuerà a rivalutarsi nel prossimo futuro, grazie alle forti condizioni economiche strutturali, ma l’instabilità intrinseca del flusso di capitali a breve termine renderà il suo tasso di cambio più volatile. Questo cambiamento comporta nuove sfide per i responsabili politici degli Stati Uniti e della Cina, in particolare nel momento in cui riprende un nuovo ciclo di incontri riguardo alla politica dei tassi di cambio in Cina.
Yu Yongding, Presidente della Società Cinese di Economia Mondiale, è stato membro del comitato di politica monetaria della Banca Popolare Cinese e Direttore dell’Istituto di Economia e Politica Mondiali dell’Accademia Cinese delle Scienze.
Copyright: Project Syndicate, 2012.www.project-syndicate.orgTradotto dall’inglese da Roberta Ziparo

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