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Questo articolo è stato pubblicato il 07 marzo 2012 alle ore 07:00.

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Media impresa locomotiva, piccola in affannoMedia impresa locomotiva, piccola in affanno

Nei primi nove mesi dello scorso anno è dunque positivo il bilancio oltreconfine dei distretti veneti, cresciuti complessivamente dell'8,5%, in linea con l'andamento medio del totale dei distretti italiani (8,2%). Nella regione, come evidenzia il monitor realizzato da Intesa Sanpaolo, alcune aree hanno registrato tassi di crescita a doppia cifra.
Tra questi alcune zone di specializzazione del sistema moda (le calzature della Riviera del Brenta, +13,9%, l'oreficeria di Vicenza, +13,1%, la concia di Arzignano, +11,7%), dell'alimentare (le carni di Verona, +21,5%, i vini del veronese, +12,2%, il prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, +17,6%), della meccanica (la meccanica strumentale di Vicenza, +26,8%, la termomeccanica scaligera, +18,6%) e il grafico veronese (+24,7%).

Più lento il passo dei distretti dell'industria del mobile, che, pur rimanendo in territorio positivo, hanno tutti mostrato una crescita delle esportazioni non superiore al 5%. Si segnala anche il rallentamento di alcune aree del sistema moda, come la calzatura sportiva di Montebelluna, e il tessile e abbigliamento di Schio-Thiene-Valdagno, tutti con una crescita compresa tra il 5% e il 7%.
Si è inoltre riportato in territorio negativo il tessile e abbigliamento di Treviso, che già nel 2010 aveva registrato un calo delle esportazioni.
Frena rispetto alla prima parte dell'anno anche l'occhialeria di Belluno, che tuttavia tra i distretti veneti può vantare la performance migliore: le vendite oltreconfine delle 330 aziende del distretto sono superiori del 12,9% rispetto al periodo pre-crisi. E nei dati della Fondazione Nord Est proprio per l'occhialeria si prevede tra gennaio e marzo la miglior performance settoriale della produzione, con una crescita ipotizzata del 3,2%.

«L'export per noi è stato determinante - spiega Lorraine Berton, presidente della sezione di Confindustria Dolomiti per l'Occhialeria - anche se purtroppo gli ultimi mesi non sono brillanti. Comunque vedo segnali positivi in Germania, vanno molto bene l'America Latina e gli Stati Uniti». Le vendite oltreconfine valgono in media il 70-80% del totale e per alcune realtà si arriva anche a superare il 90%.
«Nella mia azienda - spiega la Berton, titolare della Arlecchino srl - devo dire che i primi mesi dell'anno sono ancora positivi. Noi produciamo in una nicchia di fascia alta, in un segmento molto particolare, per ora toccato solo in parte dal rallentamento generale. Vedo però in prospettiva un grosso problema, soprattutto per le Pmi: il razionamento del credito. La moratoria è un fatto positivo, purché le domande delle aziende non restino arenate per mesi e mesi sui tavoli delle banche».

L'altro fronte su cui le aziende venete sono impegnate è quello dell'efficienza.
L'adozione di tecniche di produzione snella, mutuate dal modello Toyota, trovano proprio a Nord est il terreno più fertile, con centinaia di Pmi impegnate a razionalizzare le attività, ridurre gli sprechi, abbattere il livello dei magazzini. I recenti eventi organizzati dalla fondazione Cuoa, con la presenza di centinaia di imprenditori, testimoniano la volontà delle aziende di colmare il gap di competitività nei confronti della concorrenza. «Per le nostre Pmi - spiega il presidente della Fondazione Cuoa Vittorio Mincato - non si tratta di un modello costoso, non servono investimenti pesanti. Si tratta di un approccio all'efficienza che ha trovato un territorio pronto, in cui le aziende hanno capito che solo migliorando la qualità e tagliando i costi si può restare competitivi sul mercato».

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