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Questo articolo è stato pubblicato il 29 maggio 2012 alle ore 18:52.

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La guerra a colpi di eufemismi condotta dagli Usa nelle relazioni pubbliche è già iniziata, con il rappresentante al commercio americano Wendy Cutler che descrive l’ultimo PTA, Trans-Pacific Partnership, come un accordo di alto livello. Altri funzionari americani hanno iniziato a definire i PTA accordi commerciali del ventunesimo secolo. Chi potrebbe avere qualcosa contro il ventunesimo secolo?

Ciò che disturba è il modo in cui alcuni economisti di Ginevra e Washington, esperti di commercio, hanno ceduto a tale propaganda e considerano la capitolazione della Wto come una strada per salvare e rimodellare l’organizzazione. La Wto, come un villaggio durante la Guerra del Vietnam, deve essere distrutta per essere salvata.

Sfortunatamente, questo insidioso attacco alla seconda gamba della Wto si estende anche alla terza gamba, il meccanismo di risoluzione delle controversie. Il Dsm è l’orgoglio della Wto: è l’unico meccanismo imparziale e vincolante in grado di decidere e far rispettare gli obblighi contrattuali definiti dalla Wto e accettati dai suoi membri. Dà ad ogni membro, piccolo o grande che sia, una piattaforma e una voce.

Una volta stabiliti i Dsm basati sui PTA, tuttavia, le decisioni sulle controversie rifletteranno le asimmetrie di potere, avvantaggiando il partner commerciale più forte. Inoltre, i Paesi terzi avranno poca libertà d’azione sui Dsm, sebbene i loro interessi dipendano da come sono strutturate le decisioni.

Dato che gli Usa hanno abbandonato qualsiasi pretesa di leadership sul commercio mondiale, tocca alle principali economie emergenti e ai Paesi avanzati con idee simili stabilire il proprio schema – uno schema che aderisca agli obiettivi commerciali e abbandoni ciò che le lobby con interessi speciali in Paesi egemoni come gli Usa tentano di rifilare ai PTA. Ed è esattamente ciò che l’India ha fatto con l’Ue, che ora sta rimuovendo tali caratteristiche dal PTA proposto.

Anche altri Paesi – Brasile, Sud Africa e Cina tra le principali economie emergenti, e Giappone e Australia tra i Paesi avanzati – dovrebbero sostenere questi PTA liberi da insidie. Potrebbe essere un rifiuto secco all’ascesa di PTA il cui obiettivo principale è quello di assecondare solo gli interessi egemonici – e forse una mossa sufficiente per rimettere in pista un approccio multilaterale.

Traduzione di Simona Polverino

Jagdish Bhagwati è professore di economia e diritto alla Columbia University e Senior Fellow in economia internazionale presso il Council on Foreign Relations. È stato co-presidente del Gruppo di alto livello di esperti in commercio, nominato dai governi di Inghilterra, Germania, Indonesia e Turchia.

Copyright: Project Syndicate, 2012.www.project-syndicate.org


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