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Questo articolo è stato pubblicato il 30 settembre 2012 alle ore 18:45.

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Questa situazione cambierà con tutta probabilità nel 2012. L’impatto negativo del crollo degli investimenti immobiliari registrato dal 2010 è stato più profondo e prolungato del previsto; in realtà quasi tutte le categorie dell’import, che sono diminuite del 10% o più in agosto, erano relative agli investimenti immobiliari. Di conseguenza è possibile che il calo della crescita degli investimenti inverta il rapporto in diminuzione tra il surplus esterno e il Pil nel 2012, a meno che l’economia globale non deteriori ulteriormente e/o il governo cinese non lanci un nuovo pacchetto di stimoli.

L’aspetto più importante è che la Cina deve ora esportare più beni industriali per finanziare le importazioni di energia e prodotti minerali. Il peggioramento dei termini commerciali ha contribuito in maniera significativa al declino del surplus di parte corrente negli ultimi anni.

Ciò nonostante, pur non negando i meriti della sua analisi, il Fmi sottovaluta i passi avanti fatti dalla Cina nel ribilanciamento. A mio avviso, il ribilanciamento della Cina è più genuino – e più importante – di quanto non riconosca il Fondo, e la previsione di un eventuale rimbalzo nel rapporto tra surplus esterno e Pil si rivelerà con buona probabilità errato.

Innanzitutto, l’apprezzamento al 30% del tasso di cambio evidenziato dal 2005 deve aver avuto un notevole impatto sugli esportatori, riflesso nella bancarotta e nell’ammodernamento di molte imprese nelle aree costiere. Anche se le quote di mercato delle esportazioni cinesi sembrano aver tenuto piuttosto bene, ciò è attribuibile al taglio dei prezzi attuato nei mercati esteri, fatto non sostenibile. Nel tempo l’apprezzamento del tasso di cambio reale causerà uno spostamento della spesa, rendendo il ribilanciamento della Cina più palese.

In secondo luogo, i livelli salariali della Cina stanno crescendo rapidamente. Secondo il XII piano quinquennale, il salario minimo dovrebbe aumentare del 13% l’anno. Insieme all’apprezzamento reale l’incremento dei costi del lavoro è destinato a indebolire la competitività del settore export ad alta intensità di lavoro della Cina, che nei prossimi anni si rifletterà più chiaramente nella bilancia commerciale.

In terzo lungo, la Cina ha fatto notevoli progressi nel creare un sistema di sicurezza sociale. Il numero di persone coperte dall’assicurazione di base contro la vecchiaia, dall’assicurazione contro la disoccupazione, dall’indennizzo per i lavoratori e dall’assicurazione per la maternità è cresciuto in modo sostanziale. Inoltre sta emergendo l’assicurazione medica universale ed è stato ideato un sistema generale per fornire aiuti agli studenti provenienti da famiglie povere. Di conseguenza, la tendenza al risparmio precauzionale si è attenuata in qualche modo, mentre alcuni ricercatori hanno riscontrato prove statistiche sull’aumento del tasso dei consumi, sostenuto dall’ascesa della Cina a quarto grande importatore di beni di lusso del mondo.

Infine il peggioramento delle condizioni commerciali della Cina rivestirà un ruolo ancor più importante nella riduzione del surplus commerciale in futuro. Data la debole domanda, che potrebbe essere prolungata, le esportazioni cinesi devono accettare margini di profitto sempre più sottili per mantenere la quota di mercato. Tuttavia le grandi dimensioni della Cina, il basso reddito pro capite e lo stock di capitale implicano una crescita rapida e continua nella domanda per le commodities. Grazie ai limiti dell’offerta, la spesa nazionale cinese sull’importazione delle commodities e dei metalli con tutta probabilità controbilancerà nell’immediato futuro il surplus nel traffico di perfezionamento.

In sintesi, fino a quando il governo cinese non sarà così spaventato dal rallentamento di crescita nella produzione da modificare la sua attuale posizione politica, il surplus di parte corrente continuerà con buona probabilità la sua corsa al ribasso in rapporto al Pil rispetto al rimbalzo previsto a partire dal 2013. In effetti, un risultato di questo tipo non è solo probabile, ma anche auspicabile. Dopo tutto, di fronte all’infinito allentamento monetario, essere un grande creditore netto significa trovarsi nella posizione peggiore considerata l’economia globale di oggi.

Traduzione di Simona Polverino

Yu Yongding è stato presidente della China Society of World Economics e direttore dell’Istituto di economia e politica mondiale presso l’Accademia cinese di scienze sociali. È stato anche membro del Comitato di politica monetaria della People’s Bank of China e membro del Comitato Nazionale dei Consiglieri del XI Piano quinquennale della Cina.


Copyright: Project Syndicate, 2012.

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