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Questo articolo è stato pubblicato il 11 ottobre 2012 alle ore 16:47.

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Le potenziali conseguenze sono gravi. Mentre lo scenario principale del FMI è che i livelli del debito irlandese e portoghese presto cessino di aumentare, lo scenario contiene anche una litania agghiacciante riguardo ai rischi verso il ribasso. Aumenta la probabilità che non siano raggiunti gli obiettivi per il deficit di bilancio ed il debito.

Così, la zona euro deve affrontare tre scelte: una austerità ancora più forte per i paesi pesantemente indebitati, la socializzazione del debito in tutta Europa, o una ristrutturazione creativa del debito, con gli investitori costretti ad accettare prima o poi le perdite.

L’austerità da sola non può farcela. Alcuni paesi si trovano di fronte al rischio crescente di dovere quasi perennemente tirare la cinghia, cosa che frenerebbe ulteriormente la crescita mantenendo quindi elevati i livelli di indebitamento. Dopotutto, se il rapporto debito/PIL di un paese dovrebbe diminuire senza austerità, il tasso di interesse da pagare per il suo debito deve essere inferiore al tasso di crescita del suo PIL. Se il tasso di interesse è maggiore del tasso di crescita, l’austerità è necessaria, e quanto più ampio il divario, tanto più necessaria è l’austerità.

Riconoscendo i limiti dell’austerità, diverse iniziative tentano una risoluzione europea. Speciali agenzie europee, insieme con il FMI, concedono prestiti a tassi di interesse inferiori a quelli di mercato, cosa che riduce il grado di austerità necessaria. Ma le risorse delle agenzie sono in diminuzione, e di sicuro non saranno sufficienti se la Spagna e l’Italia avessero bisogno di essere sostenute. L’annuncio della BCE di un nuovo programma di acquisto di titoli di stato ha abbassato i tassi di interesse di mercato. Ma, anche con questa diminuzione, i tassi di interesse di lungo periodo di molti paesi resteranno molto probabilmente più alti dei loro tassi di crescita per i prossimi anni.

Tentativi pan-europei più ambiziosi sono incorporati nelle diverse proposte a favore degli Eurobond. Questi progetti implicano la socializzazione del debito – i contribuenti di altri paesi europei dovrebbero condividere l’onere del debito di un paese. Queste proposte, una volta in gran voga, si sono attenuate. Non c’era da meravigliarsi che l’opposizione politica ad una tale mutualizzazione del debito è stata intensa.

Dato che per un paese una politica di austerità permanente è insostenibile e che gli altri in Europa possono fare ben poco, senza una forte crescita le opzioni diminuiranno rapidamente. Ne consegue che oggi molto dipende dalle azioni della BCE – e da quanto a lungo queste saranno sufficienti a mantenere una tregua con i mercati finanziari.

Forse la strategia portoghese del guadagnare tempo indica la via da seguire. Ma alla fine il tempo si esaurisce. Nel caso in cui la politica del guadagnare tempo non basterà più, ci sarà finalmente un coinvolgimento maggiore degli azionisti nella condivisione del dolore?

Ashoka Mody è visiting professor di Politica Economica Internazionale presso la Woodrow Wilson School of Public and International Affairs, Università di Princeton.

Copyright: Project Syndicate, 2012.

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