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Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2013 alle ore 14:10.

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I risultati delle elezioni italiane potrebbero essere una spia della tendenza in Europa. Il Movimento cinque stelle di Beppe Grillo, di stampo populista, ha totalizzato il 25% distinguendosi come il partito unico che ha ricevuto più voti. D'altro canto, l'ex premier Silvio Berlusconi, spiazzando coloro che avevano previsto la sua fine politica, è riemerso alla testa di una coalizione populista di destra, che è riuscita a portarsi a soli 0,3 punti percentuali dalla vittoria.

Per farla breve, stiamo assistendo a una rapida separazione tra mercati finanziari e benessere socio-economico generalizzato. Negli Stati Uniti, così come in molti altri Paesi, i profitti delle imprese quale quota del reddito nazionale sono attestati su livelli elevati da decenni, e ciò è in parte dovuto al risparmio sulla manodopera grazie alla tecnologia in vari settori. Inoltre, le grandi società sono in grado di trarre il massimo vantaggio dalla globalizzazione (ad esempio, con la riduzione dei pagamenti mediante l'arbitraggio fiscale).

Di conseguenza, il reddito dell'élite globale sta crescendo in modo rapido e indipendente da ciò che accade in termini di produzione complessiva e crescita dell'occupazione. La domanda di beni di lusso è in piena espansione, mentre quella di beni e servizi fruiti da gruppi a basso reddito è sempre più debole.

Tutto ciò accade in uno scenario di politiche monetarie fortemente espansive e tassi d'interesse vicini allo zero, tranne nei Paesi direttamente colpiti dalla crisi. La concentrazione strutturale del reddito nella fascia alta si combina con il denaro facile e la ricerca del rendimento, facendo lievitare i prezzi delle azioni.

Eppure, nonostante la diffusa preoccupazione per questioni quali povertà, disoccupazione, disuguaglianza e forte concentrazione del reddito e della ricchezza, non è ancora emerso alcun modello di sviluppo alternativo. L'opposizione alle tendenze dominanti in Europa si divide tra ciò che troppo spesso si rivela una sinistra "antiquata", incapace di adeguarsi alle realtà del ventunesimo secolo, e una destra populista, xenofoba e, in alcuni casi, dichiaratamente fascista.

Negli Stati Uniti, l'estrema destra ha molte caratteristiche in comune con i suoi omologhi populisti europei. Tuttavia, grazie alla capacità d'integrazione politica del bipolarismo americano, e nonostante la retorica del Tea Party, le forze estremiste sono relegate ai margini. In particolare, il presidente Barack Obama è riuscito ad accaparrarsi il sostegno della gente grazie al suo essere al tempo stesso un idealista liberale e un realista centrista. Questo dualismo gli ha permesso di vincere di nuovo le elezioni a fronte di un'economia debole e di un mercato del lavoro che lo è ancora di più.

Ciò nonostante, senza profonde riforme socio-economiche, la crescita del Pil statunitense non potrà che essere lenta nel migliore dei casi, mentre il suo sistema politico appare paralizzato. In nessun luogo è possibile trovare un piano credibile per limitare la concentrazione di ricchezza e di potere, migliorare le condizioni economiche delle fasce povere attraverso un consistente aumento del loro reddito reale, e mantenere la stabilità macroeconomica.

L'assenza di un piano di questo tipo negli Stati Uniti (e in Europa) ha contribuito alla separazione tra mercati finanziari e progresso economico generalizzato, poiché suggerisce che i trend attuali sono politicamente sostenibili. Tuttavia, mentre questo scollamento riuscirebbe a protrarsi per qualche tempo in mancanza di un programma alternativo, l'enorme divario tra performance dei mercati finanziari e benessere della popolazione non potrà reggere a lungo. D'altronde, nel momento in cui i prezzi dei beni superano i limiti della realtà, l'unica cosa che possono fare è ricominciare a scendere.

Traduzione di Federica Frasca

Kemal Derviş, attuale vice presidente della Brookings Institution, è stato membro della Convenzione costituzionale europea e ministro dell'economia della Turchia.

Copyright: Project Syndicate, 2013.

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