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Questo articolo è stato pubblicato il 16 agosto 2013 alle ore 18:35.

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Dovrebbe invece accadere il contrario. Politiche efficaci come la recente stretta sul credito da parte del governo renderanno difficile la possibilità di dirigere le risorse finanziarie verso l’economia reale – uno degli obiettivi primari della Liconomia. I veri progressi dipendono dalla volontà dei leader cinesi di affrontare i difetti strutturali – ossia, le restrizioni sul capitale domestico privato – che stanno frenando la capacità del sistema finanziario di incanalare i risparmi nei settori economici più promettenti.

Malgrado le diverse tornate di deregolamentazione, resta sempre complicato istituire banche private in Cina, e le norme sulle istituzioni finanziarie non bancarie sono spesso poco chiare. Di conseguenza, il sistema bancario ombra o shadow banking, che fornisce capitale al costo triplo rispetto al tasso di interesse base ufficiale sta fiorendo e sta generando notevoli incertezze e rischi. Malgrado il governo abbia recentemente tentato di riportare i capitali nel settore bancario ufficiale eliminando il lower bound del tasso di prestito, serve una riforma sostanziale – che però si farà attendere fino a quando il tasso di interesse sui depositi non sarà pienamente liberalizzato e il settore finanziario non sarà aperto alle banche private.

Anche in molte altre aree il governo cinese resta titubante o sembra offrire solo retorica e piccoli interventi. Il trasferimento di alcuni poteri ai governi locali per l’approvazione di progetti, ad esempio, non risolverà il problema alla base dell’eccessivo intervento statale nell’economia, anzi, potrebbe persino incentivare il ruolo dello stato fornendo ai governi locali più libertà nel condurre progetti di investimento.

I leader cinesi sanno cosa non va nell’economia del Paese. Ma come dimostrano le mosse fatte negli ultimi mesi, non sanno bene come affrontare questi problemi – fatto che sta generando non poco ansia nei mercati finanziari e tra la gente. Quando le alte autorità cinesi si riuniranno per il meeting estivo annuale di Beidaihe, una città costiera vicino a Pechino, dovranno riconoscere la necessità di un piano efficace per una vera riforma strutturale. Altrimenti l’ansia lascerà il passo alla sfiducia, rendendo ancor più difficile la possibilità di implementare un’ampia strategia di riforma.
Traduzione di Simona Polverino

Yao Yang, professore presso il China Center for Economic Research, è preside della National School of Development all’Università di Pechino.

Copyright: Project Syndicate, 2013.

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