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Questo articolo è stato pubblicato il 02 settembre 2013 alle ore 15:07.

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Indebolendo le alleanze tra i governi locali e le aziende di Stato, il sistema di condivisione fiscale e di Zhu ha facilitato la ristrutturazione strategica dell'economia statale. E, galvanizzando le amministrazioni locali a privatizzare le aziende di Stato locali (così come il sistema abitativo e alcuni servizi pubblici), la riforma di Zhu ha accelerato l’integrazione della Cina nell'economia globale. L’Economia della Cina di proprietà statale è di gran lunga meno ampia oggi, i governi centrali e locali hanno meno problemi di compatibilità; la posizione fiscale del paese è forte, e prevale una relativa stabilità macroeconomica.

Il successo di Zhu significa che Li deve concentrarsi su una sfida diversa. Li deve garantire che l'economia cinese, che vanta ancora un rilevante potenziale di crescita, non cada in letargo e rimanga bloccata nella cosiddetta "trappola del reddito medio". Un'economia in via di sviluppo potrebbe rallentare prematuramente quando fattori esterni alterano le condizioni che sostengono la crescita. I salari continuano ad aumentare, riducendo la competitività nei confronti delle economie a basso reddito, ma il modello di crescita non ha ancora gli strumenti necessari a sostenere la competitività in settori altamente qualificati, cosa che porta alla stagnazione.

Per evitare un tale esito, Li deve adattare il modello di crescita della Cina alle condizioni attuali, che includono l'intensificazione delle frizioni commerciali con l'Unione europea e gli Stati Uniti, una maggiore pressione per fare in modo che il renminbi si apprezzi, l'invecchiamento della popolazione, il rallentamento dell'urbanizzazione e l’aumento del costo del lavoro. La "nuova normalità" che è emersa dalla crisi finanziaria globale, caratterizzata da una crescita del PIL più lenta e da una domanda di importazioni diminuita in Occidente, rende le riforme ancora più urgenti.

Li dovrebbe iniziare ridistribuendo il capitale industriale dalle zone costiere ad alta produttività. Questo avrebbe l’effetto di aumentare immediatamente la crescita nelle regioni meno sviluppate e rafforzare la produttività complessiva. Ma, con una concorrenza nella catena di fornitura globale più agguerrita che mai, la Cina avrà bisogno di più di un trasferimento di capitale per raggiungere lo status delle economie ad alto reddito. Saranno necessari politiche e meccanismi che incoraggino e guidino un miglioramento tecnologico e industriale.

Fortunatamente, sembra che Li capisca tutto ciò. In effetti, l’aggiornamento industriale e tecnologico forma il nucleo della cosiddetta "Likonomics." Ma rimane un’incertezza significativa su come raggiungerlo entro i vincoli di una economia guidata dallo stato come quella della Cina.

Nell’ultima decade - in particolare dal 2008 - Il governo centrale cinese ha stretto la sua presa sulla politica industriale, nel contempo aumentando il dominio del Consiglio di Stato sui governi locali. Al contrario, Li sembra intenzionato a restituire il potere ai governi locali e al mercato, trasformando il controllo verticale in un coordinamento orizzontale. Così, invece di cercare di controllare l’ammodernamento tecnologico e industriale con mandati centrali, Li sta dando ai governi locali ed al mercato lo spazio necessario per guidare la trasformazione economica della Cina.

Zhu e Li hanno in effetti una cosa in comune: sono entrambi arrivati al potere in un momento critico per lo sviluppo della Cina. Ma, mentre Zhu ha dovuto battersi con i funzionari locali per aumentare l'autorità e le entrate del governo centrale, stabilizzando così l'economia e liberando il potenziale di crescita della Cina, Li deve cooperare con i governi locali per creare un sistema che favorisca e protegga le nuove fonti di innovazione e di dinamismo economico a tutti i livelli. Proprio come le riforme di Zhu due decenni fa hanno gettato le basi per la crescita di oggi, se Li riesce nel suo intento potrebbe determinare la traiettoria economica della Cina per i prossimi 20 anni.

Zhang Jun è professore di economia e direttore del Centro Cinese per gli Studi Economici presso la Fudan University di Shanghai.

Copyright: Project Syndicate, 2013.

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