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Questo articolo è stato pubblicato il 16 gennaio 2014 alle ore 17:48.
L'ultima modifica è del 15 ottobre 2014 alle ore 14:30.

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La Corea del Nord dovrebbe quindi seguire l’esempio del Vietnam e della Cina, ovvero perseguire riforme come la deregolamentazione, la liberalizzazione, la privatizzazione e la stabilizzazione macroeconomica, sviluppando contemporaneamente un nuovo sistema legale e nuove istituzioni. Queste politiche economiche basate sul mercato e orientate verso l’esterno sono un importante prerequisito per una crescita economica a lungo termine.

Al paese non manca di certo il potenziale per la crescita. Se da un lato, infatti, la Corea del Nord non ha le basi agricole che hanno inizialmente incoraggiato le riforme in Vietnam e in Cina, dall’altro i vantaggi geografici, come i porti e le risorse minerali, permettono al paese di perseguire una crescita basata sulle esportazioni.

Inoltre, il numero relativamente consistente di lavoratori ben istruiti comporta dei salari bassi iniziali e la possibilità di competere a livello internazionale nelle attività manifatturiere ad uso elevato di manodopera (come ad esempio nel settore delle calzature, tessile e nell’assemblaggio elettronico) che possono creare la base per un processo di industrializzazione basato sulle esportazioni. A questo scopo, una percentuale significativa del personale militare nordcoreano, pari attualmente a più dell’8,5% della forza lavoro complessiva, potrebbe essere utilizzata per scopi più produttivi.

Se riuscisse a soddisfare i requisiti principali, la Corea del Nord potrebbe capitalizzare sull’effetto recupero, incoraggiando ancor di più la crescita, in quanto il suo livello basso di reddito pro capite aiuterebbe ad aumentare la produttività degli investimenti e a facilitare il trasferimento delle tecnologie dalle economie più avanzate.

Ciò comporterebbe un ruolo importante per i paesi vicini alla Corea del Nord, in particolar modo per la Corea del Sud ed il Giappone. Finora, tuttavia, il complesso industriale Kaesong, che opera con circa 50.000 lavoratori nordcoreani sotto un’amministrazione sudcoreana, è l’unico caso di cooperazione economica tra le due Coree.

La Corea del Nord e la Corea del Sud sono partner commerciali connaturati. Nel 2012, il commercio intra-coreano è stato pari a 2 miliardi di dollari, ovvero solo lo 0,2% del commercio complessivo della Corea del Sud, ma il 29% di quello della Corea del Nord. Secondo l’economista , la normalizzazione delle relazioni commerciali potrebbe far aumentare la percentuale sudcoreana del volume del commercio della Corea del Nord fino ad un 60%.

Impegnandosi realmente a perseguire delle riforme economiche e ad aprirsi all’esterno con il sostegno internazionale, la Corea del Nord potrebbe ripetere il successo delle economie dell’Asia orientale, come la Corea del Sud, arrivando ad una crescita annuale superiore al 5% per diversi decenni a venire.

Ma le difficoltà del contesto nordcoreano non dipendono solo dall’economia. Il paese è bloccato in un’impasse con la comunità internazionale che vuole che la Corea del Nord avvii un processo di denuclearizzazione e diventi un paese normale. Dato che la Corea del Nord non sembra intenzionata ad abbandonare il programma di proliferazione nucleare, gli Stati Uniti hanno imposto al paese una serie di sanzioni economiche, mentre gli aiuti ufficiali e l’ingresso nelle istituzioni come la Banca Mondiale ed il Fondo Monetario Internazionale sono al momento bloccati.

Visto che la Corea del Nord difficilmente deciderà di intraprendere un processo di denuclearizzazione, per lo meno in un futuro immediato, è necessaria una strategia alternativa. La comunità internazionale, in particolar modo la Corea del Sud, dovrebbe sostenere gli sforzi della Corea del Nord volti a creare un’economia basata sul mercato e più aperta attraverso l’espansione del commercio e degli investimenti, continuando comunque a lavorare per arrivare ad un compromesso sulla denuclearizzazione. La prosperità e l’accessibilità che ne deriverebbero potrebbero, con il tempo, portare anche ad un cambiamento politico.

Per i cittadini nordcoreani, che sono coloro che soffrono di più a causa dell’attuale sistema, una simile trasformazione non potrebbe essere più urgente.

Traduzione di Marzia Pecorari

Lee Jong-Wha, professore di economia e direttore dell’Asiatic Research Institute presso la Korea University, è stato consulente senior per gli affari economici ed internazionali dell’ex Presidente della Corea del Sud, Lee Myung-bak.

Copyright: Project Syndicate, 2014.