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Questo articolo è stato pubblicato il 28 gennaio 2014 alle ore 14:19.
L'ultima modifica è del 15 ottobre 2014 alle ore 14:30.

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I politici americani si sono rivelati incapaci di realizzare politiche tese a far transitare gli Usa verso l’energia a basso contenuto di carbonio. Tali politiche includerebbero l’aumento della tassa sulle emissioni di CO2, ampie iniziative di ricerca e sviluppo nell’ambito delle tecnologie con ridotte emissioni di carbonio, la transizione verso i veicoli elettrici e regolamentazioni per chiudere gradualmente tutte le centrali nucleari alimentate da carbone ad eccezione di quelle che installano CCS.

Eppure i politici non stanno perseguendo nessuna di queste politiche in modo adeguato. I nemici del cambiamento climatico hanno speso miliardi di dollari per influenzare i policy maker, per sostenere le campagne elettorali dei sostenitori dei combustibili fossili e per sconfiggere i candidati che osano promuovere l’energia pulita. Il Partito Repubblicano attira massicci aiuti finanziari dai detrattori della decarbonizzazione, e questi donatori combattono con forza anche il più piccolo passo verso l’energia rinnovabile. Anche molti Democratici del Congresso americano sono nella campagna a favore dei combustibili fossili.

Alcune grandi società del settore energetico, non mostrando alcun interesse per la verità (e ancor meno per i nostri figli, che subiranno le conseguenze della nostra presente follia), hanno fatto squadra con Rupert Murdoch. Murdoch, i Koch Brothers e i loro alleati si comportano esattamente come i giganti dell’industria del tabacco che negano le verità scientifiche; anche avvalendosi degli stessi esperti.

La situazione è pressoché la stessa in tutto il mondo. Laddove le potenti lobby difendono gli interessi esistenti per il carbone e il petrolio, i politici solitamente hanno paura a dire la verità sulla necessità di avvalersi dell’energia a basso contenuto di carbonio. I politici coraggiosi che invece dicono la verità sul cambiamento climatico si trovano soprattutto nei Paesi che non hanno una potente lobby sui combustibili fossili.

Si consideri il destino di un coraggioso personaggio che è stato un’eccezione a questa regola. Kevin Rudd, l’ex primo ministro australiano, tentò di implementare una politica sull’energia pulita nel suo Paese produttore di carbone. Rudd fu sconfitto nella sua rielezione da un candidato il cui supporto da parte di un alleato di Murdoch e dalle società di carbone gli consentì di spendere molto più di quanto potesse fare Rudd. I tabloid di Murdoch sfornavano propaganda antiscientifica contro le politiche sul cambiamento climatico non solo in Australia, ma anche negli Usa e in altre zone.

La ragione per cui tutto ciò conta è che la strada verso una profonda decarbonizzazione è possibile. Ma non resta molto tempo. Il mondo deve smettere di costruire nuove centrali nucleari alimentate da carbone (ad eccezione di quelle che implementano il CCS) e passare all’elettricità a basso contenuto di carbonio. Deve eliminare gradualmente il motore a combustione interna per quasi tutte le autovetture entro il 2030, passando a veicoli alimentati dall’elettricità. E deve adottare tecnologie a risparmio energetico in grado di consumare meno energia commerciale. Le tecnologie ci sono e diverranno migliori e più economiche con l’uso, se solo le lobby dei combustibili fossili fossero tenute a bada.

Se ciò accadesse, le persone di tutto il mondo scopriranno qualcosa di meraviglioso. Non solo avranno salvato il pianeta per la prossima generazione, ma potranno godere della luce solare e di un’aria sana e pulita. E si chiederanno perché ci hanno messo così tanto se la Terra stessa era in grave pericolo.
Traduzione di Simona Polverino

Jeffrey D. Sachs è professore di sviluppo sostenibile, professore di politica e gestione della salute, nonché direttore dell’Earth Institute presso la Columbia University. È anche consigliere speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per gli Obiettivi del Millennio.

Copyright: Project Syndicate, 2014.