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L'APPLICAZIONE CHE NON TI LASCIA SOLO

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Questo articolo è stato pubblicato il 01 luglio 2010 alle ore 08:26.

Vengono dall'Università di Tor Vergata (Roma), sono tutti ingegneri informatici poco più che 25enni. Quest'anno all'Ericsson Application Awards, un premio internazionale rivolto agli studenti di tutto il mondo, la medaglia d'argento l'ha vinta un team italiano. Al primo posto una squadra islandese che ha inventato una app capace di rilevare la rete sociale di chi chiama sul cellulare. «Una soluzione innovativa, senza dubbio ma noi non volevamo creare l'ennesima applicazione 2.0, volevamo sviluppare qualche cosa di utile, di più serio e non banale», commenta Simone Notargiacomo, uno dei tre ingegneri per mettere le mani avanti e tracciare una linea immaginaria tra la sua e le applicazione divertenti e scanzonate che affollano gli store di telefonia mobile.
È nata così "ChilDroid", un'applicazione che può essere utilizzata dai genitori per localizzare i propri figli e che permette a questi ultimi di ottenere in modo immediato l'attenzione di mamma e papà nei momenti di bisogno. Apparentemente un piccolo grande Fratello nel telefonino che segue passo passo le mosse del "piccino". Certamente un'idea curiosa per tre giovanissimi ingegneri ancora lontani – a sentire loro – da simili preoccupazioni.
«Non sappiamo ancora cosa voglia dire essere papà, in compenso siamo stati figli anche noi – scherza Daniele Albanese, il più giovane dei tre –. Proprio per questo sappiamo bene che il papà o la mamma che prima regala il telefonino e poi chiama il bambino ogni secondo è una scocciatura. Volevamo realizzare un sistema semplice da usare e poco costoso». A differenza di altre applicazioni in commercio, quella del team italiano gira su Android e utilizza un protocollo antico ma efficientissimo come quello degli Sms.
Il sistema può anche sfruttare il gps, tracciando la posizione del telefonino e inviando un messaggio al l'applicazione presente sul cellulare del genitore ma anche senza un geolocalizzatore satellitare riesce a individuare la posizione del pargolo attraverso una triangolazione delle celle degli operatori telefonici. «Un sms segnala la posizione, anche se il cellulare non prende o è spento. Inoltre – puntualizza il terzo componente Francesco Pace – è possibile premendo una icona inviare un sms al genitore».

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I tre ingegneri sul fronte privacy si difendono affermando che almeno in Italia questa azione di controllo sui minori si può attuare. «Pensiamo a ragazzini tra i sei e i dodici anni. Quando sei più grande – aggiungono – è difficile accettare di essere controllato. Tanto che la scelta di Android è motivata dalla speranza che un domani qualche produttore di telefonini ci chiami per realizzare un cellulare costruito appositamente per i più piccoli. E magari con il nostro software "inside"». Il sogno infatti è quello di dare vita a una azienda di sviluppo software. Vivere grazie allo scrittura di applicazioni per telefoni. Per ora si "accontentano" di 15mila euro messi in palio da Ericsson.

lucatremolada.nova100.ilsole24ore.com
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