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Questo articolo è stato pubblicato il 29 novembre 2010 alle ore 13:46.

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GLI «APERTI»
Un'alternativa per gli autonomi
Una delle alternative ai fondi negoziali è rappresentata dai fondi pensione aperti, istituiti da banche, società di gestione del risparmio, Sim (società di intermediazione mobiliare) nonché da imprese di assicurazione. Sono rivolti, in linea di principio, a tutti i lavoratori: oltre al naturale bacino rappresentato dagli autonomi, risultano accessibili anche ai lavoratori dipendenti. Inoltre, possono aderire a questi fondi anche soggetti che non svolgono attività di lavoro: casalinghe o studenti.
L'adesione è consentita su base individuale (ad esempio, il singolo professionista che aderisce a un fondo) o su base collettiva (ad esempio, l'azienda che stipula un accordo con un fondo aperto).

Nei fondi pensione aperti e nei piani individuali di previdenza, a differenza di quanto avviene nei fondi negoziali, gran parte delle spese che l'iscritto deve sostenere sono determinate a priori dalla società. Queste spese sono destinate, oltre che a coprire gli oneri effettivamente sostenuti, anche a remunerare il rischio d'impresa.
L'Isc medio dei fondi aperti, secondo l'elaborazione Covip, è del 2% per periodi di partecipazione di due anni e scende all'1,1% per periodi di partecipazione di 35 anni. Valori mediamente più alti rispetto a quelli dei fondi negoziali. Peraltro, questi sono i prezzi al dettaglio, ossia riservati a chi si rivolge a questi strumenti individualmente. Invece sono previste tariffe ridotte quando ci si muove in gruppo, optando per un'adesione collettiva.
Da notare che tra il comparto più caro e il meno caro c'è un abisso. Mediamente il costo annuo massimo è del 4,8% (come Isc a due anni), previsto dal comparto azionario di Helvetia domani, fondo pensione del gruppo Helvetia Vita, che sull'orizzonte temporale di 35 anni ha un indicatore medio di costo del 2,1% annuo. Il più economico è Unipol Insieme, che con la linea Protezione vanta un indicatore sintetico di costo dello 0,6% costante su tutti gli orizzonti temporali indicati dala Covip da due a 35 anni.

I profili azionari sono mediamente più cari di quelli con una più elevata componente obbligazionaria: per le adesioni individuali, considerando una permanenza media di dieci anni, il conto è dell'1% annuo. Oltre al già citato fondo aperto di Helvetia – che risulta tra i più onerosi anche con gli altri due comparti "obbligazionario" e "bilanciato" (entrambi oltre il 2% di Isc a 35 anni) – supera tale livello anche la linea azionaria di Zed Omnifund (2,27% oltre i 35 anni). Sui profili bilanciati, sempre su un orizzonte di dieci anni, la spesa media annua è dell'1,2% (contro il 2,3% dei Pip) la linea bilanciata più cara risulta quella di Zed Omnifund di Zurich life.

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