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Questo articolo è stato pubblicato il 16 marzo 2011 alle ore 18:31.

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Marco Venturi, presidente Confesercenti
«La Bce intenderebbe rialzare i tassi visto che l'inflazione nell'area euro ha superato la soglia "di guardia" del 2%. Se però consideriamo solo l'inflazione "core", cioè di fondo, calcolata al netto di alimentari freschi e beni energetici (le componenti più volatili) questa si attesta intorno all'1,5-1,7%. L'economia europea sta da poco iniziando a uscire da una delle peggiori crisi, con alcuni Paesi, tra cui l'Italia, che stentano a superare l'1% di crescita. Il tasso di disoccupazione nell'Eurozona è salito al 9,9%. Quindi riteniamo prematuro operare questa variazione dei tassi, sia perché potrebbe raffreddare una ripresa ancora ampiamente da consolidare, sia perché potrebbe incentivare gli investimenti e potrebbe produrre un incremento del livello degli interessi legati al debito pubblico, che a sua volta influirebbe negativamente sulla ripresa. Si consideri, a esempio, che in Italia il servizio del debito già vale 80 miliardi di euro».

Giovanni Zanni, dir ricerche area europea Credit Suisse
«Pensiamo sia opportuno alzare i tassi per essere all'equilibrio (diciamo al 3-3,5%) più o meno quando il Pil tornerà al suo livello potenziale (pensiamo a fine 2012, inizio 2013). Siccome i tassi sono particolarmente bassi attualmente, bisogna cominciare ad alzarli presto anche per evitare un forte rialzo più tardi o rischiare tassi a lunga più elevati».

Roberto Zuccato, presidente Industriali Vicenza
«Contrario ad aumento tassi perché rischiano di frenare l'economia anche perché si tratta di inflazione importata non di inflazione da crescita interna».

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