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Questo articolo è stato pubblicato il 06 aprile 2011 alle ore 08:56.

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Tokyo in ribasso sulle stime del dopo terremoto. L'euro sale in attesa della Bce. Record dell'oroTokyo in ribasso sulle stime del dopo terremoto. L'euro sale in attesa della Bce. Record dell'oro

Chiusura in territorio positivo per Wall Street. Il Dow Jones ha chiuso a +0,27% a 12.4426,80 punti, il Nasdaq a +0,31% a 2.799,82 punti, lo S&P a +0,22% a 1.335,54 punti. In rialzo anche le Borse europee. Il CAC 40 di Parigi termina a +0,17%, il DAX 30 di Francoforte a +0,60%. Più decisi i guadagni di Madrid (+1,62%) e Milano con FTSE MIB e FTSE IT All Share che mettono a segno un rialzo dell'1,21 e dell'1.17% rispettivamente. Sui mercati intanto sale l'attesa per la decisione che prenderà la Banca centrale europea in tema di tassi. Le aspettative sono per un rialzo dello 0,25%, per questo sui mercati valutari l'euro ha superato quota 1,43 dollari.

A Milano corrono Intesa Sanpaolo e Generali
A Piazza Affari l'attenzione è tutta per due big della finanza: Generali e Intesa Sanpaolo. Quest'ultima (la seconda migliore del Ftse Mib a +5.35%) ieri ha annunciato il maxi-aumento di capitale da 5 miliardi e oggi ha pubblicato il piano industriale; la prima, invece, è schizzata verso l'alto dopo che è arrivata la notizia delle dimissioni da presidente della compagnia triestina di Cesare Geronzi per chiudere a +2,97 per cento. Un po' tutto il comparto finanziario si è risvegliato con l'uno due di Intesa e Generali. Svetta in particolare Fondiaria - Sai (la migliore del Ftse Mib con un rialzo del 6,17%) sulla prospettiva riportata dal Sole 24 Ore che Groupama possa tornare della partita, dopo la rottura con Ligresti, attraverso l'acquisizione diretta fino al 18% del capitale della compagnia di assicurazione.

La partita per Parmalat
In fondo al listino principale c'è Parmalat. Il titolo dell'azienda di Collecchio perde terreno (-1,9%) sull'ipotesi, riportata dal Messaggero di un ruolo centrale di Granarolo nella partita Parmalat. Secondo il quotidiano, il piano prevede che parte della liquidità del gruppo di Collecchio sarà utilizzata per l'acquisizione di Granarolo per circa 500 milioni. Le cooperative radunate in Gran Latte (primo azionista di Granarolo) e Intesa Sanpaolo reinvestirebbero poi la somma nel capitale di Latco, il nome in codice - mutuato da Telco - attribuito alla newco che dovrà poi lanciare l'offerta su Collecchio. L'operazione farebbe parte del piano promosso dal governo per fermare l'avanzata di Lactalis. «Stiamo lavorando, nel giro di una settimana potrebbe essere formalizzare una proposta» per Parmalat da parte della cordata italiana ha affermato il presidente della Granarolo Giampiero Calzolari. «I tempi sono molti stretti, una settimana, dieci giorni: stiamo valutando - ha detto a margine del congresso di Legacoop - con banca Intesa se ci sono le condizioni, nell'interesse dei soci produttori. Da tempo Granarolo ha attenzioni su Parmalat».

In un'intervista a Radio 24 Corrado Passera, consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, è tornato a parlare della vicenda Parmalat. «Stiamo facendo - ha detto a Focus Economia -uno sforzo con UniCredit e Mediobanca per sviluppare una soluzione industrialmente solida e di mercato che gli azionisti di Parmalat potranno valutare in alternativa a quelle già presentate (quella di Lactalis)».

Mercati asiatici
Nel lontano Oriente, da rilevare la chiusura negativa per la Borsa di Tokyo. Nonostante il dollaro sia salito ai massimi degli ultimi 6 mesi e mezzo contro lo yen (85,35), il Nikkei ha perso lo 0,32 per cento. L'indice è sceso a 9.584,37, scontando i dubbi sulla ripresa dell'economia dopo il devastante sisma/tsunami dell'11 marzo scorso. I big dell'auto nipponica e altri big manifatturieri non sono in condizioni per ritornare a pieno regime produttivo. Toyota, in particolare, potrebbe subire il taglio del rating, ha avvertito Moody's, a causa dei ritardi registrati negli approvvigionamenti di componenti agli impianti nel Nord America. Una situazione, secondo l'agenzia di valutazione Usa, che probabilmente «peggiorerà i principali indicatori finanziari, appesantendo i margini».

Brent a quota 123 dollari
Continua a correre intanto il prezzo del petrolio. Il Brent scambiato a Londra ha toccato il nuovo massimo da due anni e mezzo a 123 dollari, mentre il Wti (scambiato a New York) quota 108,46 dollari.

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