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Questo articolo è stato pubblicato il 27 aprile 2011 alle ore 14:52.

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Lactalis preferisce le guerre lampo e spesso vinceLactalis preferisce le guerre lampo e spesso vince

Di raid "ostile" parla anche Le Monde, spiegando che Lactalis accelera la sua offensiva sul concorrente italiano. Con il 29%, è già il primo azionista di Parmalat e quando lo è diventato ha provocato una "mobilitazione politica" in Italia. Le Monde dubita che il Fondo d'investimento italiano messo su dal ministro Giulio Tremonti per venire in aiuto alle imprese strategiche oggetto di Opa sia sufficiente per garantire un avvenire italiano a Parmalat "il cui interesse strategico non salta agli occhi". E osserva che manca sempre un partner industriale alla cordata. L'acquisizione di Parmalat sarebbe per Lactalis l'ultima di una serie di acquisizioni con le quali è diventato il quarto produttore lattiero mondiale.

"Parigi e Roma calmano il gioco sull'acquisizione di Parmalat", titola Le Figaro, sottolineando che Berlusconi non considera l'Opa ostile e che spera in un accordo perché le imprese italiane possano prendere una partecipazione. Per Le Figaro, ora ci si aspetta una contro-offerta italiana. "Gli italiani non hanno detto l'ultima parola".

Andando oltre la Manica per il Financial Times, Lactalis ha gettato il "guanto", con una tempistica "impeccabile", lanciando l'Opa proprio mentre Sarkozy arrivava a Roma per discutere con Berlusconi di alcune questioni "irritanti", tra le quali la propensione francese ad acquisire asset italiani. L'offerta di Emmanuel Besnier, secondo il Ft, è tutt'altro che fantastica: a 2,60 euro per azione, si colloca 0,20 euro per azione al di sotto di quanto Lactalis ha pagato per ottenere il15% da tre investitori il mese scorso. E il titolo ha chiuso martedì a 2,56 euro, segno che "gli investitori non fiutano ancora una contro-offerta".

Sul Wall Street Journal, nel blog "The Source", Gilles Castonguay parla del "battibecco politico" su Parmalat e osserva che, dopo aver baccagliato per difendere un campione italiano, il governo italiano vuole trovare un compromesso. Il governo italiano si è dato da fare, ma dopo settimane di discussioni, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mediobanca e altri potenziali membri di un consorzio per difendere Parmalat "non hanno ancora formulato un piano definitivo". Con la mossa a sorpresa di Lactalis "sono ancora più sotto pressione per elaborare qualcosa".

Secondo un analista milanese interpellato dal Wsj, non è più questione di finanziamenti, ma "sarà la politica a determinare il risultato". Il cronista cita le dichiarazioni di Berlusconi e Sarkozy a favore della creazione di grandi gruppi franco-italiani. E ricorda che Telco, la holding tra Telecom Italia e la spagnola Telefonica, ha perso metà del suo valore.

Per il New York Times, la mossa di Lactalis su Parmalat sembra destinata a mettere ancor più sotto pressione le tese relazioni tra Francia e Italia. I due leader hanno cercato di placare le dispute, ma non la questione resta in sospeso. "Dobbiamo vedere se il governo italiano continuerà nel suo tentativo di proteggere Parmalat dai francesi, ma la sensazione è che non sia finita", dice al Nyt Lorenzo Lanfossi, analista Axia di Padova. Anche se Sarkozy e Berlusconi hanno detto di volere stare alla larga dalla battaglia per Parmalat – sottolinea il Nyt - il premier italiano ha chiarito che gli piacerebbe vedere un coinvolgimento di investitori italiani.

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