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Questo articolo è stato pubblicato il 24 maggio 2011 alle ore 14:08.

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Le società calcolano inoltre, in linea con una comunicazione Consob del luglio 2006, la posizione finanziaria netta (Pfn), ossia l'indebitamento finanziario totale dedotte le disponibilità (cassa, banche e titoli), i crediti finanziari e altre partite. I casi in cui la Pfn si discosta in modo assai rilevante dal debito effettivo sono quelli di Exor ed Enel. In particolare, Exor espone 1,1 miliardi di posizione finanziaria netta detraendo da oltre 32 miliardi di debiti 16,2 miliardi di cassa e banche, 1,1 miliardi di titoli e 13,8 di crediti finanziari. Questi ultimi sono i crediti concessi alla clientela per l'acquisto di autoveicoli. Enel espone a sua volta poco meno di 45 miliardi di debito netto detraendo dai suoi 63,6 miliardi di debiti 5,3 miliardi di cassa, banche e titoli e 13,5 miliardi di crediti finanzari dovuti dal sistema elettrico spagnolo alla controllata Endesa.

Permangono invece le criticità nel settore creditizio. Il Top Banche riduce i ricavi del 4% a causa del calo del margine d'interesse e degli utili da trading, compensato solo in parte dalla crescita dell'8% delle commissioni. Il risultato netto complessivo sale del 9%, a 6,6 miliardi di euro, per la diminuizione del 18% delle perdite su crediti. Tale diminuzione tuttavia contrasta con l'aumento dell'11% dei crediti deteriorati, il cui stock al 31 dicembre 2010 superava i 93 miliardi di euro.
Le banche che detengono la quota più alta di crediti deteriorati sono UniCredit con 37,4 miliardi di euro (il 6,7% dei suoi crediti totali alla clientela), Intesa Sanpaolo con 21,2 miliardi (il 5,6% dei crediti alla clientela) e Banca Mps con 11,4 miliardi (il 7,3% dei crediti alla clientela). I crediti deteriorati di UniCredit rappresentano il 55% del suo capitale netto, contro l'81% per Bper (Popolare Emilia Romagna), il 78% per Banco Popolare, il 65% per Mps e in 39% per Intesa Sanpaolo. UniCredit copre con gli accantonamenti il 44% dei crediti deteriorati, contro il 46% per Mediobanca, il 43% per Intesa Sanpaolo e il 42% per Mps. Il tasso di copertura è particolarmente basso per Popolare Milano (24%) e per Banca Carige, Popolare Sondrio e Banco Popolare (intorno al 27%). I crediti deteriorati non coperti da accantonamenti comportano potenziali svalutazioni del conto economico e quindi potenziali contrazioni del risultato netto.

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