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Questo articolo è stato pubblicato il 25 maggio 2011 alle ore 15:21.
Articoli
Lagarde va in Cina per rafforzare la sua candidatura al Fmi. E incassa l'appoggio di Hillary Clinton
Il ministro delle Finanze francese cercare l'appoggio di Pechino per la nomina a direttore generale del Fondo monetario internazionale. I socialisti francesi si oppongono alla sua candidatura
Bini Smaghi: c'è troppa liquidità nel sistema, alti rischi di inflazione. Così è probabile un'altra crisi
Il pericolo ventilato è la cosiddetta «trappola della liquidità». Una situazione in cui le banche centrali sono costrette a tenere basso il costo del denaro per mantentere in vita lo stesso sistema finanziario aumentando, in questo modo, la propensione al rischio e di conseguenza le probabilità di una nuova crisi
Super Mario piace a tutti, anche agli americani
Ne fa un ritratto decisamente positivo l'agenzia di stampa newyorchese Bloomberg, paragonando il governatore della Banca d'Italia al campione di basket Bill Bradley. Il giocatore Usa era il modello del giovane Draghi quando giocava nella squadra di pallacanestro del liceo classico Massimiliano Massimo di Roma
Anche Pechino (dopo Berlino e Londra) appoggia la candidatura Lagarde per l'Fmi
La Cina è favorevole a una candidatura del ministro francese dell'Economia alla direzione del Fondo monetario internazionale (Fmi): lo ha affermato il portavoce del governo francese François Baroin ai microfoni di radio Europe 1
Fed: tassi bassi ancora a lungo
di Daniela Roveda con un'analisi di Riccardo Sorrentino
di Daniela RovedaNEW YORK. La politica di monetizzazione del debito si concluderà definitivamente fra due mesi, ma la Federal Reserve non ha nessuna fretta di alzare i tassi di interesse americani perché l'inflazione resta per il momento sotto controllo e l'economia Usa ha ancora bisogno di una spinta. Ben Bernanke non ha avuto un ...
Ocse: Pil mondiale al 4,2%. La Fed rialzi i tassi all'1% entro fine anno, la Bce no
Nell'ultimo Economic Outlook l'ente parigino ha fornito indicazioni di politica monetaria spronando gli Stati Uniti ad alzare i tassi di interesse, una necessità non impellente invece per la Banca centrale europea