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Questo articolo è stato pubblicato il 21 luglio 2011 alle ore 21:05.
L'ultima modifica è del 21 luglio 2011 alle ore 11:45.

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Il giudizio positivo sulla manovra italiana
A questo proposito è da rimarcare che nella bozza del documento dei capi di stato e di governo dell'eurozona al termine del vertice Ue è stata promossa la monovra italiana: «Accogliamo con favore la manovra presentata recentemente dal governo italiano che contribuirà a portare il deficit sotto il 3 per cento nel 2012 e a raggiungere il deficit di bilancio nel 2014». Meno positivo il giudizio diffuso dalla maggiore agenzia di rating cinese, la Dagong, il cui presidente Guan Jianzhong ha dichiarato all'Espresso che gli obiettivi per 2011 e 2012 sono «più probabili da raggiungere perché l'ammontare dei tagli è ridotto e l'esecutivo non ha risparmiato sforzi per stabilizzare la fiducia degli investitori», ma i maggiori sacrifici sono rimandati al prossimo biennio. «La riduzione di spesa nel welfare programmata in quel periodo è più difficile da raggiungere».

Prima della conclusione del vertice
Mentre il vertice dei capi di stato e di governo europei prendeva il via
, iniziavano già a circolare le prime indiscrezioni sul contenuto dell'accordo raggiunto nella notte tra Francia e Germania. Uno dei punti di questa intesa prevede che l'Efsf (cioè il fondo salva stati) proceda ad operazioni di buy-back (riacquisto) dei titoli pubblici greci sul mercato secondario. Queste operazioni di riacquisto dei titoli greci non sono previste dallo statuto del fondo. Formalmente Parigi e Berlino intendono quindi proporre una modifica dello statuto.

Le stesse fonti hanno poi confermato che il documento al centro dei lavori del vertice prevede il coinvolgimento dei privati - soprattutto banche - nel nuovo piano di salvataggio di Atene attraverso operazioni di rollover, ovvero il rinnovo "automatico" dei titoli greci in scadenza, in modo da allungarne la vita.

Il fondo-salva Stati Efsf - che dovrebbe essere chiamato a svolgere un ruolo centrale nella nuova operazione di aiuto ad Atene - è nato nel maggio del 2010 dopo il primo salvataggio della Grecia attraverso un accordo intergovernativo concluso tra i Paesi dell'eurozona.

La sua dotazione iniziale effettiva era di 225, portata poi a 440 miliardi. L'Efsf, con sede a Lussemburgo, è finora intervenuto nelle operazioni di salvataggio messe in campo dall'Ue con l'Fmi per l'Irlanda e il Portogallo. La sua sfera d'azione è al momento limitata alla concessione di garanzie (le agenzie di rating gli hanno riconosciuto il massimo grado di affidabilità, la tripla A) per la raccolta dei fondi da prestare ai Paesi in difficoltà e all'acquisto di titoli pubblici sul mercato primario, ovvero al momento della loro emissione.

Affidando all'Efsf il compito di acquistare titoli del debito pubblico greco (e domani di altri Paesi in difficoltà) sul mercato secondario, i leader dei 17 "solleveranno" da questa funzione la Bce. Un passaggio di consegne a cui il presidente della Banca centrale europea Jean-Claude Trichet guarda con grande favore ed in cambio del quale avrebbe "digerito" l'intesa franco-tedesca sul coinvolgimento dei privati nel nuovo piano di salvataggio di Atene.

Per alcuni osservatori questa mossa rappresenta un ulteriore passo in avanti verso gli eurobond, titoli comuni del debito pubblico, progetto fortemente sostenuto dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti, dal presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker e dall'Europarlamento.

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